L’on. Famiano Crucianelli, Sottosegretario agli Esteri, ha risposto nei giorni scorsi con una lettera ad un’interpellanza parlamentare dell’on. Roberto Menia (n. 4-02634), promossa nella seduta n. 111 di lunedì 19 febbraio 2007 della Camera dei Deputati circa la proprietà dei quadri provenienti dalle chiese del Capodistriano, portati in Italia allo scoppio della seconda Guerra mondiale, e restaurati negli anni scorsi con i mezzi del Governo italiano. Crucianelli chiarisce gli aspetti giuridici di appartenenza, e conferma che non vi è alcun fondamento nella pretesa di “restituzione” delle opere d’arte venete avanzata dalla Slovenia, più volte nel corso degli ultimi anni. L’ultima richiesta infatti, in ordine di tempo, era stata ribadita dal Ministro degli Esteri Rupel all’omologo italiano D’Alema, nel corso della sua prima visita a Lubiana ad inizio anno.
Anche in quell’occasione, il Ministro D’Alema, aveva risposto basandosi sul dossier a lui consegnato dall’ANVGD e dalla Federazione che sin dalla decisione di organizzare a Trieste la mostra delle opere restaurate “Histria” in collaborazione con la Soprintendenza ed il Ministero aveva espresso la sua ferma e forte posizione in merito alla proprietà delle opere.
Le opere d'arte dell'Istria, che allora era parte integrante del Regno d'Italia, prelevate allora in virtù di una legge specifica (“Protezione delle cose d'interesse artistico, storico, bibliografico e culturale dalla distruzione in caso di guerra”), furono ricoverate prima nella villa Manin di Passariano e poi, in parte ricondotte ai luoghi d'origine, mentre altre furono rifugiate in altri siti sicuri, tra i quali Palazzo Venezia a Roma e Palazzo Ducale a Mantova. Nei rifugi attesero il trascorrere degli anni, e così passò il 10 febbraio del 1947, quando fu firmato il trattato di pace tra l'Italia e la Jugoslavia, e passò il trattato di Osimo, fino allo smembramento della Repubblica Jugoslava nel 1991.
Nel 2005 a Trieste, l’allestimento della mostra ad opera di ANVGD, Soprintendenza, Federazione e CDM, ospitata nei saloni del Museo Revoltella, aveva innescato una polemica preannunciata tra Italia e Slovenia durante la quale le posizioni erano state pubblicamente chiarite, sia a livello governativo che locale che di associazioni degli Esuli. I quadri sono ora in attesa di una collocazione definitiva, probabilmente nel costruendo Museo della Civiltà istriana in città. Nell’attesa che ciò avvenga sono visibili presso il prestigioso Museo Sartorio dove viene effettuato anche un servizio di visite guidate e si può acquistare il catalogo pubblicato in occasione dell’inaugurazione della mostra a cura della Soprintendenza e per i tipi di Mondadori Electa di Milano.
dal sito arcipelagoadriatico.it