Da Montona a Gorizia, un ponte musicale tra passato e futuro

Un ponte musicale tra passato e futuro: è ciò che si è vissuto durante il piacevole e apprezzatissimo pomeriggio musicale e culturale, nell’ambito della 45a Rassegna di cori di San Martino, tenutasi il 10 novembre scorso a Lucinico (quartiere di Gorizia dalla forte identità friulana, a destra dell’Isonzo, sulla strada che porta a Udine), grazie anche alla presenza del coro “Klapa” di Montona, diretto dal maestro Josip Krajačić, che ha entusiasmato il pubblico della gremita sala San Giorgio.

È stata la prima volta che gli organizzatori della rassegna – in collaborazione con il Comitato provinciale di Gorizia dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, e grazie ai contatti di esuli da Montona, come Gianpaolo Mrach – hanno invitato un coro proveniente da un Paese dell’ex Jugoslavia.

La Klapa, ospite della Corale di Lucinico e dell’ANVGD, prima dell’esibizione ha trascorso due giorni visitando Gorizia e dintorni. Accompagnati dalla prof.ssa Maria Grazia Ziberna, presidente del comitato ANVGD e lei stessa con esperienze trentennali come corista, domenica mattina i componenti della Klapa prima di visitare la città si sono fermati davanti alla chiesa dell’ex villaggio dell’esule in Campagnuzza, dove sono state loro illustrate le vicende che portarono all’edificazione del villaggio per accogliere una parte dei 5.000 esuli istriani, fiumani e dalmati rifugiatisi in città al termine del secondo conflitto mondiale. Hanno quindi visitato la chiesa, in cui sono conservate la terra dei cimiteri dell’Istria e le immagini di due santi particolarmente amati dagli esuli, S. Eufemia e S. Biagio, davanti ai quali hanno voluto rendere un omaggio alla Madonna della Misericordia intonando un canto religioso del loro repertorio, in un’atmosfera particolarmente suggestiva.


LA STORIA DI MONTONA ED I LEGAMI CON GORIZIA

Nel pomeriggio, dopo i saluti del sindaco di Gorizia dott. Rodolfo Ziberna, delle altre autorità civili e del parroco don Moris Tonso, il concerto di Lucinico è stato introdotto dalla conferenza della prof.ssa Ziberna, che nel suo intervento ha presentato immagini e foto d’epoca ripercorrendo la millenaria storia della bella cittadina di Montona nel contesto della regione istriana. Sono apparsi così evidenti i tanti aspetti condivisi con la storia di Gorizia, a partire dalla dominazione romana, passando attraverso quelle successive ed in particolare il Sacro romano impero germanico, il patriarcato di Aquileia, Venezia, gli Asburgo, per concludere con le tragiche vicende del secondo conflitto mondiale.

È stato poi ricordato il dramma degli esuli montonesi: con l’avvento della Jugoslavia la quasi totalità della popolazione autoctona di etnia italiana (pari al 90% degli abitanti) optò per mantenere la cittadinanza italiana e fu quindi costretta ad abbandonare le proprie case. Ci si è soffermati quindi sulla storia della famiglia del marchese Gian Paolo Polesini e di quella di Mario Andretti (alcuni suoi parenti vivono a Gorizia), ricordando le parole pronunciate in più occasioni dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e quelle del presidente croato Zoran Milanović – che ha definito quella degli esuli “una catastrofe umanitaria” – e sottolineando i grandi cambiamenti ed i progressi fatti negli ultimi decenni: “ in quelle stesse zone che furono, nella prima metà del Novecento, teatro di guerre e di fosche tragedie, oggi condividiamo, con i nostri vicini di Slovenia e Croazia, pace, amicizia e collaborazione, con il futuro in comune in Europa e nella comunità internazionale” (Mattarella 10 febbraio 2020).

È stata quindi la volta dell’esibizione del Gruppo corale “Coral di Lucinis”, complesso corale sorto nel 1976, che da quasi 50 anni svolge attività di carattere musicale in Italia e all’estero, e del Gruppo Folkloristico “Danzerini di Lucinico”. Nato quasi un secolo fa (1929), da allora interpreta le tradizioni del Friuli, rappresentando danze, canti, musiche e scenette tratte dalla tradizione locale isontina facendosi ambasciatore di un messaggio di pace a livello nazionale e internazionale.

Il concerto si è concluso con il coro “Klapa Motovun”, composto da Tomislav Pahović (giovane sindaco di Montona, I° tenore), Esmir Brajuha (2° tenore), Vedran Majcan (2° tenore), Igor Rimanić (baritono), Marijan Maraškin (baritono), Stanko Ferenčić (basso), Josip Pino Kotiga (basso) e Benjamin Pahović (basso) e diretto dal maestro Josip Krajačić. L’esecuzione dei brani è stata molto applaudita, in particolare quella del celebre brano dei Ricchi e Poveri “Che sarà “, in cui il coro ha saputo coinvolgere il pubblico in sala invitandolo a cantare, suscitando la commozione di alcuni esuli che hanno ripensato al dramma dell’esodo e alla diaspora subita dai loro familiari e dagli amici, quando hanno pronunciato le parole “Gli amici miei son quasi tutti via, e gli altri partiranno dopo me. Peccato! Perché stavo bene in loro compagnia, ma tutto passa e tutto se ne va!”

UN INCONTRO DI CULTURE: IL CANTO DELLA KLAPA

Il canto delle klape, come ben sanno i dalmati, fa parte dell’identità, della cultura, della storia e della tradizione della Dalmazia. Quella della “klapa” – con questo termine si definiscono sia il tipo di musica che i gruppi musicali che la praticano – è infatti una forma di musica tradizionale dalmata, a cappella, con la possibilità di accompagnamento di mandolino o chitarra. Il repertorio, anche liturgico ma oggi in prevalenza profano, canta l’amore, il buon vino ed il cibo, l’identità regionale, accanto a temi alti quali la fede, l’amore di patria e la celebrazione di personaggi illustri.

La klapa, nata come melodia a voci pari (ancora oggi c’è una netta prevalenza numerica di gruppi maschili, ma ci sono diverse klape miste e femminili), è composta da non più di dodici elementi, con un primo tenore, un secondo, un baritono e un basso, eventualmente raddoppiabili nel numero con l’eccezione del primo tenore (e quando presente, dell’accompagnatore strumentale). I coristi stanno a semicerchio, posizionati in modo da potersi osservare a vicenda, osservando in particolare il primo tenore, che inizia da solo il brano, dopo di che le altre voci lo accompagnano cercando di adattare il tono e il volume al gruppo per produrre un’armonia impeccabile.

La klapa è tuttora una forma musicale vivissima in Dalmazia e in tutta la Croazia con continua produzione di nuovi testi, e con festival ad essa dedicati, tra i quali il più importante è quello di Almissa (più o meno di fronte alle isole di Brazza e Lesina).
Dalla fine degli anni ’90 dopo l’indipendenza croata questo tipo di musica è rifiorito ed è divenuto molto popolare, anche tra i giovani, tanto che nel 2006 allo stadio di Spalato i gruppi più conosciuti si sono esibiti davanti a 30 mila spettatori e dopo pochi anni, nel 2012, la klapa ha ottenuto di essere inclusa nel patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO.

Il coro ‘’ Klapa Motovun‘’ ha intrapreso l’attività nel 2003 divenendo celebre in pochi anni. Nel 2012 ha tenuto un concerto a St Martin in-the-Fields, a Londra (in quell’occasione è stata registrata la loro esibizione nell’Hallelujah di Cohen – https://www.youtube.com/watch?v=lj1TgASEA0w) mentre nel 2013 è stato invitato a cantare a Montona al matrimonio del cognato di Larry Page, l’imprenditore statunitense, co-fondatore di Google, che si trova al 20° posto nella classifica dei più ricchi del mondo, con una fortuna stimata sui 23 miliardi di dollari.

Un incontro, quello di Lucinico, che non è stato solo un concerto, ma che ha offerto al numeroso e partecipe pubblico spunti di riflessione sul passato, intrecciando musica, storia e folklore, e dimostrando ancora una volta che la musica è un linguaggio universale, capace di costruire comprensione e dialogo, indispensabili basi per legami autentici tra le comunità.

 

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