In tutto 320 progetti finanziati da fondi europei e internazionali, alcuni dei quali ancora in fase di implementazione, per un valore complessivo che si aggira sui 106 milioni di euro: si esprime in queste proporzioni e cifre, il tornaconto istriano finora derivante dai Fondi di preadesione europei. Un afflusso notevole di benefici e vantaggi, che in prospettiva dell’ingresso nell’UE continueranno a crescere, tanto che nel lasso di tempo che va dal 2014 al 2020, l’Istria dovrebbe poter ricavare ulteriori 190 milioni di euro, attingendo copiosamente dai Fondi strutturali prossimamente accessibili.
Questo il bilancio di previsione secondo Oriano Otočan, assessore regionale per le Integrazioni europee e la collaborazione internazionale, nel presentare i risultati finora sortiti dall’Istria nel campo dell’usufrutto dei fondi europei fino a pronosticare un futuro luminoso entro il grande continente, almeno per ciò che concerne queste modalità di finanziamento e progettazione tramite settore pubblico, in partenariato con quello privato e il coinvolgimento di enti e istituzioni civiche. Oltre a Otočan, ieri mattina alla Camera di Economia istriana con sede a Pola, sono intervenuti Boris Sabatti, direttore dell’Agenzia di sviluppo istriana (IDA), Graziano Prekalj e Valter Poropat, direttore dell’Agenzia istriana per lo sviluppo rurale (AZRRI), rispettivamente dell’agenzia regionale istriana per l’energia (IRENA).
Pur di fronte a un pubblico sparuto, non si è tralasciato di vantare le conquiste più salienti dei progetti di sviluppo in fase di attuazione, tanto che la presentazione è stata organizzata volutamente in concomitanza con la conclusione del processo di ratifica e il prossimo ingresso della Repubblica di Croazia nell’Unione Europea nonché, come sentito, per fugare tanta perplessità e scetticismo esistente a proposito. “La nostra storia europea prosegue – è intervenuto il capoufficio della presidenza regionale, Miodrag Čerina –, e in questo momento è giunta l’ora di fare un inventario dei nostri raggiungimenti. Dall’istituzione dell’ufficio di Bruxelles nel 2005, alla costituzione dell’Euroregione Adriatica nel 2006, alla creazione di grandi risorse umane, di un vero e proprio euroteam istriano, esperto in collaborazioni internazionali e applicazione pratica dei fondi UE”.
L’incontro-presentazione alla Camera, che ha visto anche i saluti della sua presidente, Jasna Jaklin Majetić, ha fatto pure da preambolo di ragionamento tra rappresentanti dell’autonomia locale e dei suoi enti coinvolti per i preparativi di usufrutto dei fondi strutturali, che risultano doppi rispetto ai fondi UE attualmente attivati in Croazia e che diverranno utilizzabili immediatamente con l’ingresso del 1.mo luglio 2013. Finora, si è appreso, i raggiungimenti dell’Istria sono visibili nell’ambito dei progetti KUP (salvaguardia speleologica del sottosuolo), Pro.V.I.C. (promozione e valorizzazione del bovino istriano), MET.R.I.S. (centro di ricerca per l’industria dei metalli), Castion (centro regionale di smaltimento dei rifiuti), Parenzana (recupero di tragitto in funzione ricreativa), REDD HILL (sviluppo del patrimonio architettonico rurale), REVITAS (sviluppo turistico nell’entroterra istriano), SEAR-R- (applicazione di fonti energetiche rinnovabili), SHAPE (gestione razionale delle risorse del mare Adriatico).
Strada facendo verso l’Europa, si sta provvedendo alla creazione dei presupposti, di quel background indispensabile a traslare in Istria cifre plurimilionarie, per completare progetti già decollati e dare fisionomia concreta a quanto attualmente sta prendendo corpo sotto forma di documentazione. Nell’elenco dei progetti in fase di stesura anche quelli per il sud Istria: il recupero della diga di Pola, la costruzione del parco tecnologico-imprenditoriale a Dignano, il Centro delle nuove tecnologie a Monteparadiso e altro ancora.
Arletta Fonio Grubiša
“la Voce del Popolo” 9 maggio 2013