Il suo nome in codice era “Neptun”. Si tratta del sistema missilistico di difesa messo a punto dall’Armata popolare di Jugoslavia (Jna) ai tempi di Tito e che si estendeva lungo le coste da Brioni fino alle Bocche di Cattaro. Un sistema realizzato nel 1974 e che è costituito da oltre 700 chilometri di filo di rame deposto sul fondale marino e in parte, nella zona di Sebenico, lungo la linea di costa. Serviva per collegare il sistema missilistico di difesa della Jugoslavia controllato da varie zone operative disseminate lungo il percorso. Un sistema rigorsamente “top-secret” e di cui è andata perduta gran parte della documentazione (forse distrutta dai militari della Jna prima di lasciare la Croazia dopo l’indipendenza della stessa proclamata nel 1991.
Ma il ministero della Difesa croato è riuscito comunque a ricostruire il sistema e ora il governo guidato dal premier Zoran Milanovic, come riporta il quotidiano Jutarnji List, vorrebbe utilizzarlo per realizzare un’autostrada di fibre ottiche in grado di connettere alla rete anche le isole del Paese. Il progetto si inserisce nell’iniziativa più ampia di mettere in rete l’intero Paese. E se sulla terra ferma si utilizzeranno le vie ferroviarie esistenti e le autostrade, molte delle quali di recente costruzione, per un totale di 3mila chilometri, sulla costa a togliere le castagne dal fuoco alla Croazia ci penserà una vecchia creatura di Tito, il sistema “Neptun” per l’appunto, che si estende per ben 700 chilometri.
Un investimento che vedrà impegnate la Janaf (l’Eni croato), la Società autostrade, le Ferrovie dello Stato e la Plinacro e che determinerà per le casse dello Stato un risparmio annuo medio di 240 milioni di euro nel settore delle telecomunicazioni. Il costo complessivo (senza l’opzione “Neptun”) sarebbe di 200 milioni di euro. Il sistema “Neptun”, secondo gli esperti croati, è ancora in buone condizioni, ha un cavo di rame e poi due cavi vuoti in cui si potrebbero inserire le fibre ottiche. L’autostrada di cavi parte da Brioni, passa per Cherso e i Lussini fino a Ugljan, poi beipassa Sebenico e Zara via terra e rientra in mare a Spalato per collegare le isole di Lesina, Curzola, Lissa, Lagosta e poi scende verso Sudest fino a Cavtat e Prevlaka.
Il collegamento in fibre ottiche servirebbe principalmente la pubblica amministrazione, le poste e il settore della telefonia. Lo Stato croato ne utilizzerebbe però solo il 10% della sua capacità. Il resto potrebbe essere affittato a privati o dato in concessione decennale. Allo scopo dell’utilizzazione commerciale dell’intero sistema croato di fibre ottiche il governo Milanovic sta pensando se dare vita a una società statale per la sua gestione. L’affare che si sta spalancando è veramente grosso e farebbe la gioia di moltissimi investitori privati. Sta ora nell’esecutivo di Zagabria saper cogliere l’occasione e, soprattutto, reperire il denaro per gli investimenti indispensabili alla sua realizzazione.
(fonte “Il Piccolo” 14 gennaio 2013)