Il sindaco Roberto Dipiazza e il vescovo monsignor Giampaolo Crepaldi condividono l’idea di fare della città il luogo della pace. L’annuncio in occasione della benedizione del Consiglio comunale
alla sofferenza alla riconciliazione. Il vescovo e il sindaco lanciano la candidatura di Trieste a città della pace e sognano l’abbandono delle violente e drammatiche contrapposizioni in nome di una ritrovata concordia che possa trovare spazio proprio in riva all’Adriatico. L’auspicio – chiamarlo annuncio sarebbe fin troppo generoso, visto che le diplomazie sono in netto ritardo rispetto all’azione militare – è quello che i massimi rappresentanti dell’ecclesia tergestina e del governo cittadino hanno condiviso in occasione della benedizione del Consiglio comunale.
Un evento, quello avvenuto nella mattinata di oggi 15 marzo, il cui messaggio politico è quasi passato in secondo piano rispetto all’attualità e ai suoi tragici riflessi che si percepiscono, ormai da oltre venti giorni, anche qui a Trieste. Roberto Dipiazza (atteso domattina a Klagenfurt per visionare i progetti legati all’area dell’ex fiera di Montebello) ha parlato del bisogno “di uscire tutti assieme da questa situazione, dobbiamo portare avanti la pace”. Un discorso che ha incontrato apprezzamenti da parte del vertice della chiesa.
“Se Trieste diventasse la città della riconciliazione – così il numero uno della diocesi giuliana – sarebbe una cosa meravigliosa”. Crepaldi, che gli ambienti diocesani danno per uscente entro la fine dell’anno, ha annunciato poi la convocazione dei vescovi italiani proprio nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia. “Ho chiesto loro la disponibilità per riunirci tra agosto e settembre, per affrontare alcune questioni legate al territorio, come ad esempio quella della rotta balcanica”.
Fonte: TriestePrima – 15/03/2022
*
Il ruolo strategico di Trieste come esempio di pacificazione in un’area multilingue e multiculturale, proprio nel momento in cui l’Europa orientale è scossa nuovamente da opposti nazionalismi, guerre, profughi e vittime civili, è be noto anche al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale guarda con analoga soddisfazione al modello transfrontaliero isontino, culminato con la vittoria della candidatura congiunta di Nova Gorica e Gorizia a Capitale Europea della Cultura 2025. A ribadire l’attenzione del Quirinale nei confronti delle terre del confine orientale italiano, il Capo dello Stato sarà nuovamente a Trieste il prossimo 28 marzo in occasione dell’inaugurazione ufficiale dell’Anno Accademico 2021/’22 dell’ateneo triestino.
*