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Dall’impero austro-ungarico alle foibe (Il Piccolo 08 feb)

di MARTA VERGINELLA

Vi sono paradigmi usati in modo particolare dalla storiografia di confine, ovvero dagli storici e dalle storiche che si occupano della Venezia Giulia, area che entro i confini dell’Impero asburgico veniva ufficialmente denominata in tedesco Österreichisces Künstenland, in italiano Litorale Austriaco e in sloveno Avstrijsko Primorje. Si tratta di paradigmi che ricorrono con grande frequenza sia nelle sintesi storiografiche di carattere nazionale che nei discorsi politici, locali e nazionali, riguardanti il recente passato del confine orientale d’Italia. Il più frequente si richiama all’esistenza di ”nazionalismi opposti” e viene inteso, a seconda di chi ne fa uso.

L'istituzione, con la legge n. 92 del 30 marzo 2004, del Giorno del Ricordo il 10 febbraio, ha riportato all'attualità le vicende della Venezia Giulia nella seconda guerra mondiale e nel primo dopoguerra. Le tematiche legate alla definizione dei confini fra Italia e Jugoslavia, all'esodo dei giuliano-dalmati, alle deportazioni e alle foibe sono diventate oggetto di attenzione pubblica, veicolate da differenti canali di comunicazione, in un generale risveglio di curiosità, al quale contribuisce il volume di saggi ”Dall'Impero austro-ungarico alle foibe – Conflitti nell'area alto-adriatica” (Bollati Boringhieri, pagg. 304, euro 24,00), che ricostruisce la storia della frontiera orientale italiana tra guerre, deportazioni e persecuzioni attraverso i contributi dei maggiori studiosi dell’argomento: Marta Verginella (di cui proponiamo un brano dal saggio intitolato «Radici dei conflitti nazionali nell’area alto-adriatica: il paradigma dei ”nazionalismi opposti”»), Vanni D’Alessio, Fabio Todero, Enzo Collotti, Anna
Maria Vinci, Franco Cecotti, Gian Carlo Bertuzzi, Nevenka Troha, Enrico Miletto, Alessandra Algostino e Raoul Pupo (che si è occupato in particolare delle foibe, dell’esodo dei giuliano-dalmati e del nuovo confine fra Italia e Jugoslavia).

In questo libro – che nasce dalle giornate di lavoro svoltesi nell’ottobre 2005 a Torino durante un corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale e che sarà presentato mercoledì 11 febbraio, alle 17, alla Libreria «Minerva» in via San Nicolò 20 a Trieste – la vicenda della frontiera orientale, è analizzata a partire dalle sue premesse storiche locali e contestualizzata in una diacronia di dimensione europea, con un saggio di chiusura che tratta dal punto di vista giuridico la condizione della profuganza. In appendice è riportata la Relazione della Commissione storico-culturale italo-slovena, che sintetizza il lungo lavoro condotto – su incarico dei governi di Italia e Slovenia – da quattordici studiosi italiani e sloveni in merito ai rapporti intercorsi fra le due popolazioni dalla fine dell'Ottocento al 1956.

 

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