Maria Fucci, meglio conosciuta a Dalmine con il cognome Biaggini del marito, compie oggi cento anni. La sua è una storia particolare e per comprenderla è necessario munirsi di un buon libro di storia.
Maria, infatti, è la testimonianza vivente delle travagliate vicende che hanno riguardato il Nord-Est italiano nel corso del Novecento. Figlia unica, nasce in Istria, nella cittadina di Cherso, che oggi si chiama Cres e si trova in territorio croato. Sposa Saverio Biaggini, che purtroppo viene a mancare prematuramente: durante la seconda guerra mondiale, infatti, si imbarca su una nave che purtroppo viene silurata. L’uomo e i suoi compagni vengono dichiarati ufficialmente dispersi nel marzo del 1943.
Nel frattempo nasce Anna Maria. Madre e figlia, finita la guerra, si trovano ad affrontare una tragedia forse ancora più grande del conflitto armato: nel
1947 l’Istria passa sotto il controllo della Jugoslavia di Tito e Maria decide di trasferirsi in Italia. Dichiarata esule, sbarca a Trieste e vive per due anni nella stanza di un oratorio, poi le viene assegnata un’abitazione a Gradisca d’Isonzo. Ancora oggi possiede quella casa e mantiene la residenza nel comune che l’ha accolta sessant’anni fa.
La figlia Anna Maria sposa Franco, che lavora nel settore siderurgico e negli anni si sposta spesso per lavoro, portando sempre con sé la moglie, i figli e la suocera. La famiglia da Gradisca e si trasferisce a Trieste, quindi a Taranto. Poi Franco viene assunto negli uffici della Dalmine a Milano, ma decide di fare il pendolare da Bergamo. È il 1970. Maria resta sempre accanto alla famiglia, occupandosi della casa e dei nipoti mentre il genero lavora a Milano e la figlia insegna alle scuole elementari di Dalmine. È proprio qui, dopo una breve parentesi a Costa Volpino, che la famiglia si stabilisce nel 1980.
A Dalmine in questi anni Maria ha trovato tanta accoglienza, in particolare nella parrocchia di Sforzatica Santa Maria, con cui ha condiviso anche il dolore della scomparsa di Anna Maria, nel 2006. Oggi le fanno gli auguri il genero Franco, i nipoti Manuela e Paolo, i pronipoti Andrea, Alessandra, Giovanni, Simone, Davide, con tutti i parenti e il parroco di Sforzatica Santa Maria, don Antonio Todeschini.
Daniele Cavalli
(courtesy MLH)