Dante nell’Adriatico orientale

Videoconferenza a cura del comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

DANTE NELL’ADRIATICO ORIENTALE
UN PERCORSO CULTURALE DI 700 ANNI

RELATRICI

Donatella Schürzel
Phd europeo in Storia dell’Europa, Università La Sapienza di Roma; Vicepresidente Nazionale ANVGD e Presidente Comitato ANVGD di Roma.

Silvana Wruss
Presidente del comitato di Pola della Società Dante Alighieri

LETTRICI

Lucrezia Schürzel e Priscilla Schürzel

Nel settecentesimo anniversario della morte, avvenuta a Ravenna, suo luogo d’esilio, nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321 vogliamo ricordare Dante Alighieri.Un Dante lungimirante. In un’epoca in cui era ancora prematuro parlare di Stato e di Nazione, Dante aveva le idee ben chiare su quali fossero i confini territoriali e culturali d’Italia.Un’Italia concepita come una regione in cui si parlava una medesima lingua, osservata nella varietà dei suoi dialetti nel “De vulgari eloquentia”, (in cui si fa menzione anche dell’istrioto) e di cui si definivano perfettamente i confini:

“Sì come ad Arli, ove il Rodano stagna,
sì come a Pola presso del Quarnaro
che Italia chiude e i suoi termini bagna.”

Dante si riferisce a Pola a ricordo del suo soggiorno presso l’Abbazia di San Michele in Monte, laddove nella sua Commedia accenna ai tanti sepolcri che coprivano le vicinanze di Pola.

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