Denunce contro lo striscione “No foibe, no party”

Lunedì 26 luglio il Presidente del Comitato 10 Febbraio Emanuele Merlino ha esposto querela contro gli autori, e i portatori, dello striscione “no foibe, no party”. Un particolare ringraziamento va all’avv. Domenico di Tullio per la disponibilità, la professionalità e la volontà comune di fare giustizia.

Analoga iniziativa è stata presa dall’Associazione Nazionale Dalmata: «Gli autori di questo gesto criminale devono essere identificati – ha dichiarato la Presidente Carla Isabella Elena Cace – e processati in base alla legge Mancino che, ai sensi dell’art 604 bis del codice penale, punisce l’apologia di crimini di guerra e contro l’umanità fra i quali è, ovviamente, ricompresa la pulizia etnica. Per questo motivo abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di denunciare, proprio ai sensi della legge Mancino, gli autori di questo gesto ignobile».

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A Genova esaltano Giuliani e le foibe

Giuliani avrebbe potuto  uccidere un carabiniere il quale per legittima difesa, sparò e uccise questo ragazzo. E il padre di Giuliani che è responsabile della sua educazione forse non proprio esemplare, non può oggi salutare su un palco e  indignarsi perché  non ci fu un processo. In più processi, anche alla Corte europea, il carabiniere venne assolto. Resta il dolore per la morte di un giovane ma la vera vittima appare oggi il  carabiniere che non seppe difendersi al processo (e fu  assolto!) e che ebbe la sua  vita rovinata per sempre. Non si riprese più da quel trauma e da quel clima di odio creato attorno a lui. Anche la sua vita privata fu difficile e l’accusa di pedofilia da cui venne assolto è un segno di una realtà molto problematica che ha origine remota  nell’episodio di piazza Alimonda a Genova. Su Facebook ho scritto che era vergognoso celebrare Giuliani e lo ribadisco. Lo striscione di esaltazione delle foibe (ispirato al libretto uscito qualche mese fa) ci rivela chi sono molti tra gli estimatori di Giuliani. Vetero-comunisti,  giovani, meno giovani e vecchi malvissuti  che fanno della violenza politica il loro metodo di lotta. Esaltare le foibe è un atto infame paragonabile al gesto di chi avrebbe potuto  uccidere un carabiniere, lanciandogli un estintore. Questi estremisti sono nemici dell’Italia. Un assembramento, vietato a causa del Covid ma tollerato dalla Polizia, che rivela la stoltezza, l’ignoranza, la malafede di certa gente che io non esito  a definire traditori  e disertori nei confronti dell’Italia democratica e civile, in primis di quella nata dalla Resistenza. Gente che, se non fossimo dei liberali e dei democratici, andrebbe idealmente “messa alla gogna”. Loro ci metterebbero alla gogna senza la minima esitazione, ricorrendo alla violenza contro chi ha la colpa di non pensare in rosso.

Pier Franco Quaglieni – 20/07/2021
Fonte: Il Torinese

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