POLA La nostalgia per l'ex Federativa è dura a morire, anzi sembra riconquistare qualche posizione da parte di chi rimpiange l'assistenza sanitaria e i medicinali gratis al 100% e una maggiore sensibilità sociale che ora fanno a botte con la logica del capitale e del profitto.
Gli «jugonostalgici» questa volta hanno voluto esternare il loro sentimento esibendo in piazza Port'Aurea a Pola durante il Meeting di Primo maggio, una grande bandiera rossa con la scritta «Proletari di tutto il mondo unitevi». Vi erano inoltre impressi la falce e il martello, la stella rossa e la sigla della Lega dei comunisti del defunto maresciallo Tito. Su segnalazione di alcuni cittadini, sono intervenuti due agenti in abiti civili che hanno accompagnato in Questura i due giovani, di 21 e 26 anni, che avevano esibito il vessillo. Dopo l'interrogatorio i due attivisti sono stati rilasciati: saranno comunque denunciati per violazione della Legge sull'ordine pubblico. Davor Rakic, uno dei due giovani ha dichiarato alla stampa che anche i fascisti esibiscono i loro simboli, senza però che nessuno li tocchi. «Sotto la bandiera rossa – ha dichiarato Rakic – questa terra è stata liberata dall'occupatore nazifascista». Si è poi venuti a sapere che lo stesso Rakic è vice presidente del Partito socialista operaio, una formazione marginale di estrema sinistra che non ha mai digerito la frantumazione della Jugoslavia di Tito. Per il presidente dello stesso partito Vladimir Kapuralin, non c'era motivo di accompagnare i due giovani in Questura e non sussistono gli estremi per una denuncia. «Durante il meeting – ha dichiarato Kapuralin – nessuno ha manifestato segnali d’insofferenza verso la bandiera e non ci sono stati problemi di ordine pubblico».
«Nella nostra società – ha detto ancora – ci sono certamente situazioni e provocazioni molto più pesanti, nei confronti delle quali però le autorità non reagiscono».
E come ogni anno i nostalgici del maresciallo jugoslavo si preparano a commemorare l'anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 4 maggio 1980, con l'ormai consueto «pellegrinaggio» alla natia Kumrovec, nello Zagorje croato. L'apice della «devozione» o se vogliamo del culto della figura di Tito si avrà il 25 maggio, anniversario della nascita quando in passato si portava la staffetta della Gioventù comunista lungo tutta la Jugoslavia, con il ritrovo di migliaia di nostalgici sempre a Kumrovec. (p.r.)