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Denunciò i crimini croati, teme per la vita – 07gen13

Ci risiamo. Lo scrittore e intellettuale di frontiera Giacomo Scotti è di nuovo minacciato di morte. Drammatica la sua mail al nostro giornale: «La mia vita è in pericolo – scrive – il sito internet dell’estrema destra neoustascia croata-il hkv hr/hrvatski ha diffuso il 24 dicembre un articolo del periodico zagabrese Hrvatsko Slovo (Verbum Croaticum) nel quale vengo seppellito sotto una valanga di odio e mi si minaccia di “eliminazione”».

 

La “colpa” di Scotti risale addirittura al 1996 quando pubblicò a Roma il libro-diario “Croazia-Operazione tempesta” in cui denunciò i crimini compiuti nella Krajina dall’esercito croato di Tudjman quali uccisioni di persone anziane e incendi di case abitate dai serbi, il tutto all’indomani della cosiddetta liberazione di quella regione abitata dai serbi.

 

«Finalmente – scrive l’autore del testo di minacce, Josko Celan – gli ultimi generali croati accusati di crimini nella Krajina sono stati liberati e sono tornati a casa (i generali Ante Gotovina e Mladen Marka› ndr.). Ora devono pagare coloro i quali li hanno accusati, è giunta l’ora di punire i nemici della Croazia». Segue un elenco di nomi tra cui quello di Giacomo Scotti definito come «un traditore dei croati» e «un bastardo italo-serbo». Scotti è comunque in “buona” compagnia visto che nell’elenco dei punibili ci sono anche l’ex capo dello Stato croato Stipe Mesic e l’attuale presidente Ivo Josipovic, entrambi definiti «filocomunisti». L’autore del testo è lo stesso che puntò il dito contro Scotti, incitando i patrioti croati a «farlo fuori» se avesse messo piede in Croazia, in due velenosissimi articoli contro di lui e il suo libro usciti il 14 maggio e il 14 luglio 1997 sempre su Hrvatsko Slovo.

 

Quella volta per un pelo Scotti sfuggì alla morte quando trovandosi a Fiume fu aggredito da un gruppo di sei-sette uomini in uniforme mimetica della milizia tudjmaniana che cercarono di strangolarlo. Giacomo Scotti è nato a Saviano, nei pressi di Napoli, nel 1928. Nel 1947, fervente antifascista e comunista, emigrò in Istria, appena ceduta dall’Italia all’allora Jugoslavia, dove dapprima visse a Pola, quindi a Fiume. Cominciò a occuparsi professionalmente di giornalismo nel 1948, dedicandosi contemporaneamente anche alla letteratura e alla poesia. Dal 1986 vive e lavora tra Italia e Croazia. Per la sua ricca produzione letteraria ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi in Croazia, in Italia e in vari altri paesi.

 

Nel 2006 il comune di Monfalcone gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Scotti è stato subito considerato un “cliente” scomodo dall’ipernazionalismo tudjmaniano visto che professava la tolleranza, la multiculturalità e la multietnicità, un peccato mortale ai tempi di quel regime, ma, a quanto sembra, anche oggi in una Croazia che sta per entrare nell’Unione europea.

 

(fonte “Il Piccolo” 27 dicembre 2012)

 

 

 

Uno dei tanti simboli dell’estrema destra croata

 

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