“Diventiamo cittadini europei”, è dominato così il concorso, giunto alla sua XXIX edizione, che ha portato 36 studenti piemontesi, accompagnati dagli insegnanti Paola Cerutti, Maria Teresa Ricco, Piera Comba, Alda Margadonna, Bruna Gabriele e Maria Ausilia Croizat, nonché dai consiglieri regionali Roberto Tentoni e Giovanni Negro, a partecipare a un viaggio-studio organizzato dalla Consulta europea del Consiglio regionale del Piemonte.
Un’esperienza in tappe che hanno previsto importanti appuntamenti a Trieste, Lubiana e Zagabria. Infatti, se nel capoluogo della Regione Friuli Venezia Giulia i ragazzi, gli insegnanti e i consiglieri comunali hanno avuto modo di partecipare ai Dialoghi con i cittadini, dove era possibile interloquire direttamente con la vicepresidente della Commissione europea, Viviane Reding, e con Enzo Moavero Milanesi, ministro italiano per gli Affari europei, nelle capitali di capitali di Slovenia e Croazia erano in agenda appuntamenti nei rispettivi Parlamenti e poi incontri con i deputati eletti in rappresentanza della Comunità Nazionale Italiana nei due Paesi, Roberto Battelli alla Camera di Stato slovena e Furio Radin al Sabor croato, con gli Ambasciatori italiani, Rosella Franchini Sherifis a Lubiana ed Emanuela D’Alessandro a Zagabria, nonché con i responsabili degli Istituti italiani di Cultura.
Molto soddisfatto dell’esperienza vissuta a diretto contatto con i ragazzi il deputato della CNI in Croazia e presidente dell’Unione Italiana, Furio Radin. “È stata un’ora trascorsa con ragazzi magnifici e con i loro bravissimi accompagnatori. È stata una boccata d’aria fresca. Ho notato un grandissimo interesse per le nostre vicende”, ha detto Radin. Pari entusiasmo è stato espresso anche dai consiglieri Tentoni e Negro. “È importante che anche la nostra Regione collabori per quanto possibile alla costruzione di una vera unione degli Stati e dei popoli europei. Per i nostri ragazzi è stata un’esperienza indimenticabile, un momento eccellente per comprendere i meccanismi burocratici, le opportunità, le difficoltà, le prospettive offerti da quello straordinario ed epocale processo rappresentato dalla costruzione dell’unità europea”.
Ma seguiamo il percorso del viaggio. Prima tappa: Trieste. Alla Stazione marittima, come si diceva, i giovani piemontesi hanno avuto la possibilità di parlare direttamente con la vicepresidente della Commissione europea, Viviane Reding, e approfondire il tema dei diritti dei cittadini, dell’Europa che i cittadini desiderano e delle attese che auspichiamo l’Unione europea e le sue politiche sappiano tradurre in quotidianità. “La lezione che abbiamo imparato è che le persone vogliono vedere più Europa, vogliono vedere che l’Europa risolve i problemi, anche se a volte i problemi sono collegati a questioni nazionali”, hanno commentavano gli studenti piemontesi salendo sul pullman che da Trieste li ha portati in Slovenia, seconda tappa del viaggio-studio.
A Lubiana studenti e accompagnatori hanno visitato la Camera di Stato slovena dove i temi hanno riguardato l’attualità politica ed economica del Paese. A seguire le visite all’Istituto italiano di Cultura e alla residenza diplomatica italiana, con l’incontro con l’Ambasciatore Rossella Franchini Sherifis, sono stati un’occasione per parlare degli italiani in Istria: un’identità (e una storia) da riscoprire. La presenza agli incontri di Roberto Battelli, deputato della CNI nel Parlamento sloveno, ha implicato un’ulteriore riflessione sui rapporti fra le storiografie slovena e italiana, sottolineando la compresenza di due narrazioni storiche parallele, a volte conflittuali e spesso dettate da motivazioni di carattere politico.
“Le due storiografie hanno affrontato queste vicende in modi diversi. Una sorta di doppiezza è ravvisabile già nell’istituzionalizzazione di alcuni temi di ricerca rispetto ad altri e nella misura con cui essi ricorrono nei rispettivi dibattiti pubblici: nel caso italiano, ad esempio, la tematica degli esuli e delle foibe, in quello sloveno la liberazione dell’Istria, di Fiume e del Litorale”, ha sottolineato Battelli.
Malgrado gli avanzamenti significativi che si sono registrati negli ultimi due decenni – è emerso dal confronto con gli studenti piemontesi e i loro insegnanti –, sul piano di una lettura storica della contemporaneità condivisa tra le storiografie italiana e slovena si fa sentire ancora oggi la mancanza di un confronto compiutamente integrato nei metodi, negli obiettivi di fondo e nel prodotto finale: una ricerca che sappia andare al di là di un pur fertile approccio comparativo o della contrapposizione dei risultati conseguiti dalle rispettive storiografie nazionali, per fare proprio l’orientamento della cosiddetta histoire croisée.
Obiettivo delle nuove relazioni bilaterali tra l’Italia e una Slovenia entrata a far parte dell’UE dal 2004, è appunto quello di realizzare anche un confronto fra studiosi impegnati nella ricerca sulla storia dell’area dell’Adriatico nordorientale e avviare una riflessione che consenta su questi temi la messa a fuoco di somiglianze, diversità, e eventuali interferenze, individuando possibili periodizzazioni e pratiche discorsive, facendo emergere le questioni irrisolte e fornendo elementi per un’interpretazione condivisa sulla storia di questa regione nel corso del XX secolo.
Ultima tappa del viaggio studio è stata la capitale croata dove si sono recati in visita al Parlamento. A riceverli è stata il deputato della CNI, Furio Radin, con il quale i ragazzi hanno approfondito la cosiddetta questione adriatica, dalle foibe all’esodo, ma anche le tematiche di attualità politica: dai rapporti con l’Unione europea a quelli con i Paesi contermini. Inoltre, essendo Radin anche presidente dell’Unione Italiana, nonché della Commissione parlamentare per i diritti umani e delle minoranze nazionali non potevano mancare riferimenti allo status delle minoranze. Sempre a Zagabria la delegazione piemontese ha fatto visita anche agli Uffici di rappresentanza della Commissione del Parlamento europei. Infine, a riceverli è stato l’Ambasciatore italiano, Emanuela D’Alessandro. Nel corso dell’incontro svoltosi nella sede dell’Istituto italiano di Cultura, l’Ambasciatore ha voluto soffermarsi sul Comitato consultivo dell’imprenditoria italiana in Croazia (Cciic), costituito nel 2004, che riunisce le principali società italiane o con rilevanti interessi verso l’Italia operanti in Croazia.
chb / “la Voce del Popolo” 25 settembre 2013