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Dieta Democratica Istriana, pensieri di una notte di fine estate (Voce del Popolo 30 ago)

Dopo un’estate infuocata, un autunno rovente? Potrebbe essere la volta buona… cioè, voglio dire, dopo anni di spauracchi da cambio di stagione, quel che resta di questo disastrato anno potrebbe essere davvero da infarto. I prezzi sono diventati scattisti da record, la siccità ha polverizzato i raccolti, gli agricoltori sono sui trattori di guerra, l’acqua è poca. Come dicevano i nostri vecchi, “l’anno bisesto” è davvero “senza sesto”, ma in compenso gronda guai. Ci salverà il 2013 con i suoi canonici 365 giorni? Quanto fortunato sarà con quel 13 nella carta d’identità? Perché per come siamo messi, il 13 potrebbe diventare portasfortuna. Intanto porterà le amministrative. Comprare preventivamente qualche analgesico al banco potrebbe tornare utile: visto l’impegno con il quale qualcuno posiziona ostacoli, la corsa ai seggi potrebbe essere ben sfaccettata. E poi ci sono altre premesse, che, imboccando la strada sulla quale vengono spinte, potrebbero aggiungere sale e pepe. Anche più del gastronomico q.b.

 

In casa DDI è maretta. A guardarsi in cagnesco sono nientemeno che Ivan Jakovčić e Damir Kajin; quest’ultimo dichiaratamente contro il primo, tanto da dire a voce alta che sarebbe ora di finirla, che la DDI necessita di un nuovo timoniere, che questo di adesso ormai il suo l’ha fatto. Certo, per il lungo periodo che è stato al timone partitico, Jakovčić potrebbe anche avere i calli alle mani. Forse sarà stanchezza dichiarata anche da parte sua, perché, lo ricordate? mesi fa aveva detto “basta”, annunciando dapprima un ritiro dalla politica, poi, dopo il consiglio che porta una notte di sonno, aveva corretto il tiro specificando che avrebbe rinunciato alla corsa alla presidenza della Regione, ma che certamente questo non sarebbe equivalso al ritiro dalla politica. All’epoca (dai, lo ricordate di certo: non è passato poi troppo tempo!) Kajin aveva assunto una sorta di difesa morale di Jakovčić, tessendone lodi ed elencandone pregi e doti. Cosa mai sarà successo tra cucina e soggiorno per far sì che gli amici di ieri diventassero i nemici di oggi? Kajin si è premurato di richiamare a raccolta fior di dietini della prima ora, con la maglia partitica in lavatrice in virtù di allontanamenti (dire epurazione ci sembra eccessivo) successi in vari periodi. Ricordate Stevo Žufić? E Luciano Delbianco? Ma non si sente parlare più di Ružić, Soldatić, Sošić, Debeljuh… Capirai l’elenco! In effetti, ripensandoci un po’, strada facendo qualche nome eccellente era finito fuori strada politica. Sarà che saranno stati nomi fin troppo eccellenti, carismatici al punto da fare ombra. Sta di fatto che ad un certo punto la DDI si è ringiovanita. Senza voler passare l’aspirapolvere in casa d’altri, ci è sembrato e ci sembra un ringiovanimento eccessivo, e qualche nome non avrà avuto solida copertura. Insomma, qualche giovane leone ci è sembrato di peluche. Ma tant’è, ognuno si sceglie le truppe che vuole.

 

Bene. Jakovčić ha detto basta. Si è tuffato, usando il trampolino della politica, in acque imprenditoriali mettendo sul mercato, assieme ad un brand che si sta fagocitando tutto il mercato nazionale ed oltre, la bibita della sua infanzia e giovinezza, unendo nel battesimo il GINEpro di adolescenziale memoria e l’altrettanto nostalgica passeretTA. (La Gineta, insomma, senza voler fare pubblicità. A proposito: chissà come vanno gli affari). Poi ha avuto ripensamenti sul fronte politico. Poi ha avuto problemi di ipertensione. Forse causati da quel continuo dover stare in campana per parare i colpi dell’enfant terrible, Damir. Ma avrà avuto una pressione da far scoppiare lo sfigmomanometro: conosco qualcuno che per problemi di pressione ballerina (dicono che sia peggiore di quella o dichiaratamente ipo o iper) ha avuto una manciata di pastiglie, ma niente sconti. Giuro (e tocco legno) che per un attimo ho avuto un po’ di apprensione, ricordando raffreddori e ipertensioni di sovietica memoria. Corna e stracorna: finivano con una commemorazione. OK: è stata davvero solo ipertensione. Wow!

 

Che abbia contribuito anche l’appetito dell’SDP? La formazione politica non nasconde di vedere di buon occhio un proprio tesserato alla guida della Regione. Ma anche di Pola. Probabilmente anche di altre Città e Comuni. Attualmente, dopo aver fatto quasi l’en plein a tutte le tornate elettorali, la DDI gestisce le sorti di 22 unità d’autogoverno sulle 41 in Istria. A far volare i sogni dell’SDP probabilmente il fatto di essere al governo, e quindi con un pizzico di legittimazione in più. E questa voracità politica verso lo stesso piatto di due formazioni che sono state anche vicine, dimostra quanto non si sia trattato di un matrimonio d’interesse quanto di una convivenza d’interesse, indubbiamente più facile da mettere agli atti di un matrimonio, non fosse per il fatto di non dover avere grattacapi burocratici.

 

Trasformato un letto matrimoniale in due singoli, DDI ed SDP avrebbero pronti i nomi da mandare avanti, o che si fanno avanti: Ivan Jakovčić, Damir Kajin, Boris Miletić, Miodrag Čerina (per citarne alcuni con la maglia della Capra), Peđa Grbin (per ora l’unico nome socialdemocratico fatto con un po’ più di un filo di voce). E non deve stupire Grbin: è stato in Consiglio e in Giunta cittadina a Pola, l’esperienza… locale non gli manca. Ma staremo a vedere: spesso la ventata di nomi più o meno nuovi si trasforma in un venticello che ha già soffiato in questi lidi.

 

Cierre

“La Voce del Popolo” 30 agosto 2012

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