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Dipiazza fa pace con gli sloveni (Il Piccolo 28 ott)

SARAJEVO Dopo sette anni e quattro mesi, è stata rimessa in libertà, tra le amare proteste delle vittime, Biljana Plavsic (nella foto), 79 anni, la prima ed unica donna ad essere stata condannata dal Tribunale internazionale dell'Aja (Tpi) per crimini contro l'umanità, e precisamente per le persecuzioni di musulmani e croati durante la guerra in Bosnia (1992-95). L'ex presidente della Republika Srpska (Rs, entità a maggioranza serba di Bosnia), che scontava la pena di 11 anni in Svezia, è stata rilasciata per «buona condotta» su decisione del governo di Stoccolma, in base ad una legge che prevede tale possibilità i due terzi della pena scontati. Per questo motivo, l'attuale capo della presidenza tripartita bosniaca, il croato Zeljko Komsic, ha ieri cancellato la sua visita in Svezia prevista per il 4 novembre. Da Stoccolma Plavsic – che ha anche la cittadinanza serba – si è recata ieri a Belgrado. All’aeroporto non c'era alcun rappresentante del governo di Belgrado.

Un gruppo di criminali comuni del carcere di Zenica, in Bosnia per protesta si sono fatti cucire le bocche, chiedendo lo stesso sconto di pena, mentre le vittime della guerra e la stampa di Sarajevo commentano il rilascio guerra con espressioni di sfiducia nella giustizia internazionale. Plavsic durante la guerra in Bosnia era vice del presidente serbo-bosniaco Radovan Karadzic, attualmente sotto processo all'Aja ed era un'accanita fautrice dell'epurazione etnica, che da biologa definiva «un fenomeno naturale».

Dopo l'accordo di pace di Dayton e l'estromissione dalla scena politica di Karadzic, inseguito da un mandato di cattura del Tpi, nel 1996 Plavsic prese in mano le redini della Rs, distanziandosi dal gruppo degli irriducibili, accusando gli ex compagni di corruzione e silurando tra l'altro «con rammarico» il comandante militare dei serbi di Bosnia, Ratko Mladic, tuttora ricercato dal Tpi. La pragmatica «dama di ferro» ha scelto allora la collaborazione con la comunità internazionale, anche per ottenerne gli aiuti economici, guadagnandosi l'appellativo di «moderata». Battuta alle elezioni del 1998, scomparve gradualmente dalla scena politica e si consegnò al Tpi nel gennaio del 2001.

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