Vorrei rendere partecipe voi e i vostri lettori delle disavventure burocratiche che accadono ad un profugo della venezia Giulia come me.
Infatti, anche le cose più semplici per noi si complicano quando meno te lo aspetti: circa 3 mesi or sono decido di cambiare la mia ormai vecchissima macchina dopo 17 anni di onorato servizio. Dopo un’attenta scelta ordino dal concessionario la macchina.
Circa a due mesi di distanza dall’ordine arriva la macchina, mi reco dal concessionario per saldare l’importo. Il gentile venditore mi comunica che la settimana successiva procederanno con l’immatricolazione del mezzo, così potrò finalmente ritirare la mia macchina. Come sempre accade, consegno una fotocopia della patente, della carta di identità e firmo un sacco di carte.
La settimana fatidica, il concessionario mi chiama dicendomi che non è possibile immatricolare la macchina perché la mia patente è sbagliata: pare che io NON sia cittadino italiano. Dopo vari giri a vuoto e telefonate riesco finalmente a capire dov’è l’inghippo: la patente è intestata a Nerino Condotta nato a Salona d’Isonzo, provincia Jugoslavia.
Premetto che la patente l’ho rinnovata l’anno scorso, comunque sia errore mio che non ho controllato attentamente la patente ma onestamente dopo 50 anni passati a lottare con i burocrati (ho anche scritto al ministero indicando esattamente luogo e provincia di nascita per evitare il reiterarsi degli errori) pensavo proprio che dopo aver corretto nell’ordine ben 3 volte il codice fiscale, ben 2 volte la carta d’identità, almeno la patente fosse giusta… insomma neanche i computer sono riusciti a risolvere i nostri problemi di profughi. La storia più recente e più dolorosa della nostra povera Italia continua ad essere dimenticata.
Morale di tutta la mia vicenda: ho dovuto rifare la patente e con i tempi biblici della nostra burocrazia dopo più di 3 mesi dall’ordine della mia macchina nuova, nel mio garage ancora nessuna innovazione è comparsa…
Mi auguro che la mia storia sia isolata anche se temo accomunerà molti di noi ormai inesistenti (per lo Stato italiano) profughi della Venezia Giulia.
Ringraziandovi per il tempo che avete voluto dedicarmi leggendo la presente e soprattutto per la compagnia che mi tenete con i vostri articoli che ravvivano i miei ricordi, vi saluto cordialmente.
Nerino Luigi Condotta
Tutt’altro che isolato il caso del simpatico e preciso lettore di "Difesa Adriatica". Purtroppo ospitiamo spesso lamentele del genere. Il problema sta tutto nell’enorme frazionamento dei sistemi informatici delle amministrazioni italiane, che partoriscono di volta in volta diverse mostruosità amministrative. Nello studio che abbiamo preparato per il Tavolo Governo-Esuli, abbiamo identificato 4 diversi tipi di software che producono errori in maniera diversificata. Per questo quello dell’anagrafe è uno degli argomenti al Tavolo delle trattative col Governo per trovare una soluzione unica e radicale al problema.