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Don Bonifacio: le reazioni all’annuncio (Il Piccolo 04 lug)

TRIESTE Gioia e soddisfazione per un evento che si stava aspettando da tempo. È questo il sentimento dominante tra gli esuli dalmati e istriani. «Questa beatificazione è un atto dovuto sia a quanto don Francesco ha fatto in vita, sia al modo in cui è stato ucciso – spiega Renzo Codarin, Presidente della Federazione degli esuli – .Le foibe non sono state solo una reazione al fascismo, ma anche un modo per sradicare un popolo e le sue tradizioni». Ma,secondo Codarin, può anche essere un segno di speranza «che le chiese cattolica, croata, slovena e italiana sappiano iniziare un nuovo dialogo». Il sindaco dell’associazione libero Comune di Fiume in esilio Guido Brazzoduro afferma che «questa beatificazione rappresenta un simbolo per quanto la Chiesa ed i suoi fedeli hanno subìto nel dopoguerra e un punto di partenza perché si possa dare uguale riconoscimento a tutti quelli che hanno dato la loro vita per ideali di fede e di cultura». Anche Lorenzo Rovis, presidente dell’Associazione delle Comunità Istriane, ha ricordato che «Don Francesco era un esempio per tutti, per la sua bontà, la dirittura morale, l’esempio di grande umanità». Per Lucio Toth, Presidente dell’Anvgd, «questo è il primo passo di un processo porterà a chiarire le zone d’ombra della nostra storia». Renzo de’ Vidovich, presidente della Federazione Dalmati nel Mondo, esprime grande soddisfazione perché «Questa beatificazione dà un senso alla nostra opera». Secondo Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli Istriani, «si tratta di un atto particolarmente importante nei confronti di chi ha perso la vita per la propria fede». Il sottosegretario all’Ambiente, Roberto Menia, sottolinea che «il riconoscimento del martirio è un atto al tempo stesso di giustizia, verità e fede». «Il solo commento che mi sento di fare è che il Papa nella sua saggezza sa quello che fa» dichiara invece Stelio Spadaro. Alla figura di don Bonifacio ha dedicato parte del suo libro ‘In odium Fidei’ Ranieri Ponis. «Il corpo di don Francesco non è mai stato ritrovato – afferma – ma credo di aver identificato la voragine in cui venne gettato nella foiba di Martinesi, non lontano da Buie».

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