È iniziata la quarta Scuola estiva dedicata alla storia della frontiera adriatica

Ha preso il via al Centro Paolo VI di Brescia la quarta edizione della Scuola Estiva per docenti organizzata dal tavolo di lavoro Ministero dell’Istruzione e del Merito – Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati e finalizzata a fornire ogni anno una formazione di alto livello per un gruppo selezionato di docenti. L’edizione 2024 intitolata “Itinerari del Ricordo” prevede soprattutto laboratori didattici e non mancano comunque momenti di approfondimento, a partire dalla sessione “Il presente di una storia” che lunedì primo luglio ha ufficialmente aperto i lavori.

Dopo che il Presidente della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, Giuseppe de Vergottini, ha ribadito quanto sia importante e proficua la collaborazione tra associazionismo dell’Esodo ed istituzioni scolastiche, la professoressa Caterina Spezzano, organizzatrice principale dell’evento, ha dato la parola al primo relatore, il Prof. Marco Paolino, docente di Storia Contemporanea all’Università della Tuscia e consigliere del Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara. Paolino ha fatto riferimento ad un passaggio del libro intervista che Giovanni Paolo II licenziò poco prima di morire, in cui evidenziò l’importanza della memoria per una comunità: anche se si tratta di eventi tragici, la conoscenza delle sofferenze rafforza le radici da cui si attinge il senso della propria vita. Memore delle ricerche condotte a lungo in Germania, il relatore ha evidenziato che «lì c’è sempre stata consapevolezza delle stragi compiute dall’Armata rossa sui civili tedeschi, mentre in Italia c’è voluta l’istituzione del Giorno del Ricordo per parlare delle foibe e dell’esodo. Si tratta di argomenti che l’egemonia culturale del Partito comunista italiano ha contribuito ad occultare, ma che finalmente sono di pubblico dominio».

Sul tema delle foibe si è ampiamente soffermato il Prof. Marco Cimmino, storico della Società Italiana di Storia Militare e componente del direttivo dell’Associazione èStoria, nonché saggista che si è occupato soprattutto di Prima guerra mondiale. Nel suo intervento Cimmino ha spiegato che le foibe rientrano in un campionario di stragi e di stermini che iniziano già nell’Ottocento, proseguono con il genocidio armeno durante la Grande guerra ed infine raggiungono il loro apice durante il secondo conflitto mondiale. «Il termine pulizia etnica risulta tuttavia inappropriato per le stragi delle foibe – ha specificato Cimmino – non solo perché il termine è stato coniato durante le guerre nella ex Jugoslavia negli anni Novanta. Io direi piuttosto che si è trattato di un cruento avviso: l’intento era quello di dimostrare cosa accadeva a chi si opponeva al progetto annessionista jugoslavo nella Venezia Giulia, a Fiume e a Zara»

Di esodo ha invece parlato soprattutto il Prof. Marco Cuzzi, insegnante di Storia contemporanea alla Statale di Milano che sta ultimando una pubblicazione proprio su questo argomento. Cuzzi ha in famiglia ascendenti istriani e dalmati e possiede perciò una particolare sensibilità nell’affrontare l’argomento, cogliendo le peculiarità di un’area di frontiera e di incrocio tra culture: «L’impronta della Repubblica di Venezia è stata fondamentale, ma dobbiamo tenere presente che la Serenissima non ragionava in termini di italianità o di coscienza nazionale». Autore già di diversi lavori dedicati al confine orientale, Cuzzi ha voluto sottolineare che il silenzio calato a lungo su questa pagina di storia era dovuto alle simpatie che Tito raccoglieva non solo nella sinistra comunista ma anche socialista (in quanto artefice di una via al socialismo autonoma da Mosca) ed inoltre aveva la benevolenza statunitense poiché si era sganciato dal Cremlino.

Relatore alla cerimonia istituzionale del Giorno del Ricordo 2024 al Quirinale e in occasione del conferimento della Laurea honoris causa da parte dell’Università di Trieste al Presidente Mattarella ed all’ex Presidente sloveno Pahor, il Prof. Davide Rossi dell’ateneo triestino si è soffermato sul ruolo svolto dai Presidenti della Repubblica italiana nel valorizzare il Giorno del Ricordo: «Nella sua opera di riscoperta del Risorgimento e del patriottismo, Ciampi ha promulgato la legge 92/2004 istitutiva del 10 Febbraio. Napolitano ha sfiorato l’incidente diplomatico con la Croazia con delle dichiarazioni forti rilasciate proprio in occasione di una delle prime celebrazioni del Giorno del Ricordo, ma poi ha saputo portare i suoi omologhi sloveno e croato ad assistere ad un Concerto per la Pace in Piazza Unità a Trieste. Mattarella con il passare degli anni dei suoi mandati ha dimostrato sempre maggiore sensibilità e conoscenza delle dinamiche dell’italianità adriatica»

Caterina Spezzano ha infine ricordato le tante iniziative che accompagnano questa Scuola Estiva nella diffusione della storia della frontiera adriatica, dai concorsi scolastici ai seminari di formazione regionali e nazionale, passando per le pubblicazioni multimediali realizzate di recente a margine della collaborazione con M9 – Museo del ‘900 di Mestre e senza dimenticare le Linee guida per la didattica della frontiera adriatica.

Lorenzo Salimbeni 

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.