Stuprato nella sauna del fitness center, a quindici anni. Ghermito da uno sconosciuto, immobilizzato per i polsi, costretto a subire violenza. Senza riuscire – per lo shock, per la paura, per la vergogna – a urlare né a chiedere aiuto agli altri frequentatori della palestra mentre si rimetteva i vestiti nello spogliatoio, già il luogo più disagevole per un ragazzino della sua età, con lo schifo addosso e gli sguardi degli altri clienti a squadrarlo. E l´uomo nero ancora impresso negli occhi, l´orco che lo aveva appena divorato.
È tornato a casa, Alfredo (il nome è di fantasia), pochi passi dall´ingresso del centro sportivo – la zona è quella di viale Cassala – dov´era andato per fare una nuotata in vasca. Ha gettato a terra il borsone con il costume e la cuffia. Ha incrociato lo sguardo della madre. Ha pianto. E ha raccontato: «È stato un uomo, anziano, non l´avevo mai visto prima. Io mi ero appena fatto la doccia, come sempre prima di buttarmi in corsia. Mi ha preso prima per la nuca, ero appena uscito dalla doccia e stavo andando a gettarmi in acqua. Mi ha trascinato dentro la sauna, era già nudo. Ho resistito. Poi mi è salito sopra e mi ha abbassato il costume».
È successo tutto in pochi minuti, intorno alle 18 di venerdì. La madre dello studente non ha perso tempo. Ha chiamato la palestra, si è fatta passare il direttore e ha riferito il racconto del figlio sconvolto. «Sto arrivando, voi tenetelo fermo». L´aggressore era ancora all´ingresso, trattenuto da un paio di dipendenti, quando Alfredo ha rimesso piede nel fitness center. Non ha esitato. «È lui». Dal centralino hanno chiamato il 112, i carabinieri del Radiomobile sono arrivati sul posto in pochi minuti.
Egidio Del Ben, 63 anni, istriano di Umago, nato italiano e cresciuto croato ma residente da anni a Milano, non ha emesso un fiato. Non si è difeso, né ha ammesso. L´uomo, che vive da solo ed è incensurato, è stato arrestato per violenza sessuale pluriaggravata e portato a San Vittore. Nel suo appartamento di via Donna Prassede, in zona Famagosta, pochi minuti a piedi dalla palestra di cui è abituale frequentatore (nessuno, giurano al fitness center, lo aveva mai notato in atteggiamenti ambigui), i carabinieri hanno trovato un computer portatile (subito sequestrato) ancora in stand by, e sul desktop diversi link a siti gay con contenuti pornografici. Una parziale conferma, seppur indiretta, a un racconto che i carabinieri ritengono «sostanzialmente credibile e coerente».
La seconda conferma, la più pesante, arrivava in serata alla Mangiagalli, dove veniva certificata la violenza ai danni di Alfredo da parte degli specialisti del Soccorso violenza sessuale, che hanno fornito all´adolescente il primissimo supporto psicologico. Ne servirà altro, per provare a cancellare l´incubo.