È una storia che comincia a Pola, passa per la Sardegna, prosegue ancora in Trentino ma adesso ha fatto tappa pure a Roma. È la storia di una bambina con la valigia che partì da Pola già nel 1946, prima che la strage di Vergarolla del 18 agosto ‘46 e le decisioni della Conferenza di Pace inducessero 30.000 polesani circa (su 32.00 abitanti del capoluogo istriano) ad abbandonare la città dell’Arena nel gelido inverno di inizio 1947. Eppure già si temevano certi sviluppi se sulla valigia della piccola Egea Haffner era stata apposta la scritta “Esule giuliana n. 30.001” prima di scattarle una foto che è diventata un simbolo dell’Esodo giuliano-dalmata.
La bambina con la valigia, che è anche il titolo del libro autobiografico che l’esule istriana ha scritto recentemente pensando soprattutto ai giovani e agli studenti, ne ha fatta di strada e quella sua valigia è stata anche presa come spunto per un lavoro presentato dagli studenti dell’Istituto “Graziadio Isaia Ascoli” di Gorizia al concorso 10 Febbraio (indetto annualmente dal Tavolo di Lavoro Ministero dell’Istruzione e del Merito – Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati ) nell’anno scolastico 2022/’23, risultando poi vincitori. I ragazzi hanno nell’occasione riscostruito la valigia di Egea, interfacciandosi con lei in videoconferenza, attingendo informazioni dal suo libro e realizzando alla fine un contenitore di oggetti simbolici come le calze e le scarpette che indossava quando fu scattata la foto o la sciarpa del padre deportato dai partigiani comunisti jugoslavi e mai più ritornato (questa sciarpa fu poi vista al collo di uno dei “liberatori” di Pola). Le sofferenze della stagione delle foibe e dell’Esodo, ma anche ricordi, nostalgia e speranze sono confluite in un lavoro molto ben fatto e realizzato con profonda empatia che adesso è giunto alla Casa del Ricordo di Roma.
Il Comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e la Società di Studi Fiumani, che hanno ricevuto la gestione di tale sito da Roma Capitale, in occasione del Giorno del Ricordo 2024, hanno voluto appunto accogliere Egea Haffner con la sua valigia ricostruita e che adesso resta visionabile per i visitatori della Casa del Ricordo. Egea, alla quale è stato anche intitolato l’Ecomuseo di Fertilia che racconta la storia dell’esodo con particolare riferimento agli esuli che giunsero nella città di fondazione sarda, è arrivata accompagnata da una rappresentanza di studenti della classe che le ha dedicato questo lavoro didattico ed ha trovato ad accoglierla altri studenti, docenti, dirigenti e soci delle sigle della comunità giuliano-dalmata di Roma. Dopo aver portato la sua testimonianza alla cerimonia del Giorno del Ricordo svoltasi la mattina stessa al Quirinale, Egea ha poi trovato alla Casa del Ricordo interesse, curiosità e anche affetto per lei e la sua storia. Introdotta dalla professoressa Donatella Schürzel (Presidente ANVGD Roma), Egea ha quindi raccontato brevemente la sua storia («Il mio esodo non è stato semplice, ma almeno mi sono risparmiata le sofferenze dei Campi Profughi») e ha fatto un ulteriore dono: verranno archiviate le lettere che si scriveva con le sorelle raccontandosi reciprocamente la nostalgia per la natia Pola, speranze e delusioni dei rispettivi contesti di residenza e propositi per il futuro. La professoressa Barbara Sturmar ed i suoi ragazzi hanno quindi illustrato i contenuti della valigia, mentre Caterina Spezzano (dirigente del Ministero dell’Istruzione e del Merito) si è congratulata per l’iniziativa ed ha ribadito i lusinghieri risultati che di anno in anno il Concorso 10 Febbraio realizza. Anche il mondo dell’università si dimostra sempre più sensibile alla storia del confine orientale, come ha dimostrato un convegno al quale Marino Micich (segretario generale della Società di Studi Fiumani) aveva preso parte la mattina stessa all’Università la Sapienza di Roma e su cui ha riferito dando riscontro di grande attenzione tanto da parte dei docenti quanto degli studenti. «Incontrare Egea Haffner significa toccare con mano un pezzo di storia italiana» ha quindi commentato il Senatore della Repubblica Maurizio Gasparri, che ancora una volta ha voluto manifestare la sua vicinanza all’associazionismo della diaspora adriatica.
A rendere ancora più significativo l’incontro è stata la presenza di esponenti non solo dell’associazionismo esule come Serena Ziliotto dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio ed il Presidente dell’Associazione Giuliani nel Mondo Giorgio Perini assieme al dirigente Roberto Sancin ed al Presidente dell’Associazione Triestini e Goriziani a Roma Carlo Leopaldi, ma anche della comunità autoctona italiana in Istria. Dal deputato per il seggio specifico dei nostri connazionali al Parlamento sloveno Felice žiža al rappresentante del Consiglio della minoranza nazionale autoctona italiana nella Regione Istriana Gianclaudio Pellizzer, passando per Raul Marsetić (direttore del Centro di Ricerche Storiche) e Viviana Benussi (Presidente della Comunità Italiana di Rovigno). Quest’ultima in particolare ha consegnato alla professoressa Schürzel, visibilmente emozionata, la targa che la CI rovignese nei recenti festeggiamenti per i 75 anni di attività ha dedicato all’ANVGD per l’assidua collaborazione, una sinergia che il vicepresidente nazionale vicario dell’ANVGD, figlia di un esule rovignese, ha contribuito a consolidare negli ultimi anni.
Lorenzo Salimbeni