Zagabria ha “riconosciuto il suo errore” e ha finito per cedere a Bruxelles, che minacciava di sanzionarla se non avesse rinunciato alle deroghe al mandato di arresto europeo (Mae), riferisce Večernji List il 29 agosto.
In una lettera inviata il 28 agosto al presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e alla commissaria per la Giustizia, i Diritti fondamentali e la Cittadinanza Viviane Reding, il primo ministro Zoran Milanović ha affermato che “La Croazia farà il necessario per conformare la legge sulla cooperazione giudiziaria alla legislazione comunitaria accettata durante i negoziati di adesione” all’Ue.
Milanović propone inoltre alla Commissione di avviare una riflessione su una rigida applicazione del Mae in tutti i paesi dell’Ue, denunciando le deroghe che sono state concesse all’Austria, alla Francia e all’Italia. Ma Bruxelles ritiene che se la Croazia voleva una deroga avrebbe dovuto richiederla durante i negoziati di adesione e non dopo, spiega il quotidiano.
Di conseguenza Zagabria abrogherà la legge adottata alla vigilia dell’adesione della Croazia il 1° luglio scorso, che limitava l’applicazione del Mae ai reati compiuti prima del 7 agosto 2002, data in cui quest’ultimo è entrato in vigore nell’Ue. Secondo alcuni l’emendamento era stato fatto su misura per evitare l’estradizione dell’ex capo dei servizi segreti jugoslavi Josip Perković, sospettato di essere coinvolto nell’omicidio di un dissidente croato nel 1983 vicino a Monaco di Baviera e ricercato in Germania.
Večernji List precisa però che Milanović non ha indicato una data per l’abrogazione della “legge Perković”, anche se ritiene che si possa fare in settembre, in occasione della ripresa dei lavori parlamentari.
(fonte www.presseurop.eu 29 agosto 2013)