Uno straordinario reperto archeologico, la barca cucita preistorica rinvenuta nel 2008 nell’insenatura di Zambrattia, dopo anni di ricerche è stata finalmente estratta dal fondale marino. La complessa impresa, messa in atto nei giorni scorsi da un’équipe composta da esperti croati e francesi, è stata illustrata negli spazi dell’azienda Kapitel a Donji Orbanići nei pressi di Gimino, dove i frammenti della barca risalente a più di tremila anni fa sono attualmente conservati. Si tratta di un’imbarcazione risalente al periodo tra l’ultimo quarto del XII e l’ultimo quarto del X secolo a.C. e del più antico esempio di barca cucita nel Mediterraneo. La tecnica usata nella sua costruzione, nel processo di cucitura e assemblaggio del fasciame, come pure il sistema di sigillatura utilizzato non hanno paragoni nell’area del Mediterraneo.
Scoperta nel 2008
Ricordiamo che i resti dell’imbarcazione erano stati scoperti nel 2008 alla profondità di appena due metri, a soltanto un centinaio di metri di distanza da una spiaggia turistica. Ad avvistare alcune tavole di legno era stato un pescatore di Zambrattia, che conosceva il punto in cui i resti si trovavano, mentre un suo amico si era premurato a indicarlo agli esperti del Museo archeologico dell’Istria e del Dipartimento per la conservazione dei beni storico-culturali di Pola, i quali avevano riconosciuto sul fondale marino il fasciame cucito dello scafo. A sorprendere maggiormente gli esperti sono stati i risultati della datazione al radiocarbonio, svolta nel 2011 e nel 2013, che hanno collocato i resti dell’imbarcazione nel periodo della prima fase della cultura degli Istri, ovvero nella fase di transizione tra la tarda Età del bronzo e quella del ferro.
Il ritrovamento di questa barca (i resti compongono una struttura lunga 6,7 mentre originariamente era lunga probabilmente 10 metri) indica che l’origine, lo sviluppo e l’applicazione di questo tipo di costruzione erano radicati già nella tradizione protoistriana, mentre i testi degli scrittori romani dei secoli successivi rivelano che la caratteristica principale degli Istri era il sistema di costruzione delle imbarcazioni mediante la cucitura e la legatura.
Collaborazione con gli scienziati francesi
Fin dal 2013, al progetto di conservazione e tutela della barca partecipano anche gli scienziati del Centre Camille-Jullian (CNRS – Università Aix-Marseille), che hanno collaborato con gli archeologi del Museo archeologico dell’Istria nell’estrazione dei resti del relitto dal mare.
Il direttore del Museo archeologico dell’Istria, Darko Komšo, ha ricordato che l’Istria abbonda di reperti archeologici e che negli ultimi quindici anni sono state fatte delle scoperte straordinarie nella penisola, mentre la barca di Zambrattia è senza dubbio una delle più importanti. “Quest’imbarcazione, risalente probabilmente al 1200 a.C. è, secondo i dati dei quali disponiamo, la barca cucita più antica nel Mediterraneo – ha sottolineato Komšo –. Sui resti del relitto sono state svolte ricerche ed è stato temporaneamente risanato, mentre ora abbiamo deciso che sia giunto il momento di estrarlo dal mare e che questo sia l’unico modo di conservarlo e presentarlo al pubblico. La presentazione di questo raro reperto è un nostro obiettivo e a questo fine abbiamo elaborato un progetto in base al quale a Pola, in riva al mare nei pressi della stazione ferroviaria, dovrebbe venire aperto un museo dedicato alle navi cucite, di cui la barca di Zambrattia sarebbe l’oggetto esposto più prezioso, assieme ad altri importanti reperti. Il progetto verrà candidato ai fondi europei”, ha precisato Komšo, il quale ha voluto ringraziare gli esperti coinvolti nelle ricerche relative alla barca di Zambrattia.
Un’impresa durata tre settimane
A illustrare i particolari del reperto e dell’estrazione, durata tre settimane, è stata Ida Koncani Uhač, curatrice del Museo archeologico dell’Istria, la quale ha spiegato che inizialmente si credeva che i resti rinvenuti appartenessero a una nave cucita romana, ma la datazione al radiocarbonio, che è stata svolta in ben quattro laboratori in tutto il mondo, ha confermato che si tratta di un’imbarcazione cucita preistorica.
“Questo reperto ci ha raccontato tante cose nuove che finora non sapevamo sugli Istri, ovvero che avevano una ricca cultura materiale e che conoscevano molto bene la navigazione e la tecnica di costruzione delle imbarcazioni – ha spiegato Koncani Uhač –. Dagli scritti degli antichi Romani sapevamo che gli Istri e i Liburni costruivano le loro barche utilizzando la tecnica della cucitura e della legatura e questa scoperta lo conferma. Questa barca è un prototipo di tutte le imbarcazioni successive in Istria e nella Liburnia”, ha rilevato l’archeologa, aggiungendo che le ricerche e l’estrazione del relitto, del quale sono state estratte 15 parti diverse, sono state finanziate dal Ministero della Cultura e dei Media, dal Museo archeologico dell’Istria, dalla Regione istriana, dal Centre Camille-Jullian e dal Ministero francese degli Affari esteri.
L’abilità degli Istri
La direttrice del Centre Camille-Jullian, Giulia Boetto, ha sottolineato la straordinaria abilità degli Istri nella costruzione di imbarcazioni e ha spiegato che le varie popolazioni dell’Adriatico avevano una tradizione specifica nella costruzione di navi che non si trova in altre parti del Mediterraneo.
Marko Uhač, del Ministero della Cultura e dei Media, ha infine rimarcato che la barca di Zambrattia è l’archetipo di tutte le imbarcazioni rinvenute nell’Adriatico, mentre la maggior parte delle barche cucite scoperte risale all’epoca romana. Questa di Zambrattia è più vecchia di mille anni rispetto alle altre e dimostra quanto questa tradizione fosse radicata nella popolazione che viveva all’epoca nella penisola istriana. Ha pure auspicato la possibilità che un giorno la barca di Zambrattia venga ricostruita e presentata nella sua forma originaria.
Helena Labus Bačić
Fonte: La Voce del Popolo – 14/07/2023