UDINE. Saranno 2,5 miliardi di euro i finanziamenti statali per risarcire gli esuli istriani, fiumani e dalmati che si videro confiscati i beni nei territori dell' ex Jugoslavia. Porta la firma del senatore leghista Mario Pittoni il disegno di legge sulle disposizioni dei risarcimenti, che per la prima volta vede l'adesione compatta della maggioranza parlamentare, e che
dopo 60 anni potrebbe vedere definitivamente chiusa una lunga vicenda che rappresenta ancora una ferita aperta nella storia d'Italia. Ieri infatti il testo del ddl è stato presentato, oltre dal leghista Pittoni, anche dai senatori del Pdl Ferruccio Saro, Giovanni Collino e Giulio Camber, che hanno aperto il dibattito in Parlamento su questo tema durante la giornata della Memoria e che, proprio per la sua unanimità di consenso, potrebbe vedere la risoluzione della discussione in tempi brevi.
Oltre al testo sui risarcimenti è stato presentato dal senatore Camber anche il disegno di legge sulla proposta d'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi delle foibe, previsto dall'articolo 82 della Costituzione; infine il terzo disegno di legge presentato ieri nella sede della Regione dai parlamentari del centro-destra, prevede la
destinazione della quota dell'8 per mille del gettito Irpef a favore degli indennizzi agli esuli istriani, fiumani e dalmati. Si tratta dell'istituzione del primo fondo di risarcimento, 500 milioni di euro per 5 anni, per gli esuli che, finora, hanno ricevuto soltanto indennizzi minimi e non aggiornati con i criteri dei coefficienti di rivalutazione di questi anni.
«E' oggi unanimemente condivisa – spiega il senatore Pittoni – l'esigenza di arrivare, a distanza di oltre 60 anni, alla corresponsione di una giusta e definitiva riparazione in favore delle migliaia di italiani che, a seguito dell'instaurazione del regime di Tito, sono stati privati di tutti i beni e le imprese di cui erano titolari in Istria, Fiume, Zara e Dalmazia. E' superfluo ripercorrere nel dettaglio la successione degli eventi che – attraverso l'infoibamento di oltre 10 mila italiani, l'esodo di altri 350 mila e i trattamenti disumani patiti – hanno fatto sì che, nonostante sia trascorso più di mezzo secolo e si siano succedute ben tre generazioni di
nostri connazionali, la ferita sia ancora aperta e lo sconforto sia ancora forte».
Anche per il senatore Saro si tratta di un passo importante «che sicuramente vedrà il Senato come un canale privilegiato per portare a compimento questa vicenda dopo 60 anni, sia sotto l'aspetto degli indennizzi che sulla ricostruzione di una verità storica», mentre per il senatore Collino «è forte il senso valoriale di queste tre iniziative, perché penso che non si possa costruire questa nuova Europa se non si chiudono definitivamente le ferite atroci del '900».
Particolare attenzione sarà data all'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta, come ha spiegato il senatore Camber: «Il processo di revisione storica, che negli ultimi anni ha ricevuto impulso dalla caduta del comunismo e dall'apertura degli archivi nei paesi dell'Europa orientale, ha già prodotto risultati significativi. Altrettanto non può dirsi per quanto riguarda l'indagine storica sui fatti accaduti nella Venezia Giulia e nelle terre d'Istria e Dalmazia tra il 1941 e il 1945, i massacri di molte migliaia di italiani senza distinzione di fede politica, sesso ed età, accomunati dalla "sola" colpa di essere italiani».
Mirco Mastrorosa