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Esuli e ”rimasti”, percorso di riconciliazione (il Piccolo 09 mag)

In occasione del 56° raduno nazionale degli esuli di Pola che si terrà nella stessa città dall’11 al 15 maggio, la giornata di sabato sarà dedicata alle vittime degli opposti totalitarismi. Un percorso tra Slovenia e Croazia costruito per rendere omaggio agli italiani che hanno perso la vita durante il regime nazifascista e successivamente durante la guerra partigiana e la nascita della Jugoslavia di Tito. Quattro tappe scelte dal Libero Comune di Pola in esilio assieme all’Unione italiana (organizzazione della Comunità nazionale italiana in Slovenia e Croazia) per segnare il percorso della memoria.

 

Ma anche il percorso della riconciliazione, come ha spiegato il direttore de L’Arena di Pola e consigliere del Libero Comune di Pola in esilio Silvio Mazzaroli: «La nostra associazione è interessata a che nelle nostre terre dell’Adriatico orientale permanga il background dell’italianità. Ci stiamo adoperando per una ricucitura del tessuto sociale e per implementare il dialogo con i principali protagonisti che vivono in quei territorio, i cosiddetti rimasti. Un percorso bilanciato che toccherà due luoghi simbolo in Slovenia e altri due in Croazia».

 

Primo appuntamento al cimitero di Capodistria, al monumento alle vittime della guerra e del dopoguerra eretto dopo l’indipendenza della Slovenia – così Mazzaroli – «per rendere omaggio alle vittime del regime titoista. Lo si potrebbe definire un monumento agli infoibati, perché da alcune cavità carsiche nei dintorni del capodistriano sono stati recuperati 360 chili di ossa umane». Seconda tappa al monumento di Strugnano che ricorda i fatti del 19 marzo 1921, quando un gruppo di squadristi triestini spararono su alcuni ragazzi uccidendone due e ferendone uno.

 

Omaggio poi alle vittime delle foibe con la visita alla cavità di Terli nei pressi di Barbana dove, dice Mazzaroli, «i partigiani prelevarono esclusivamente civili nei centri abitati, tra cui quattro donne, alcuni minorenni e anche Giacomo Zuccon il nonno dell’ad della Fiat Sergio Marchionne». Infine il monumento alle vittime del terrore fascista lungo la strada per Fasana, dove persero la vita 21 antifascisti in rappresaglia dell’assassinio dell’ufficiale Ss Giuseppe Bradamante. Un percorso di riconciliazione «tra italiani rimasti ed esuli», ha detto Maurizio Tremul presidente della Giunta esecutiva dell’Unione italiana, «che non ha alcun intento politico. Non spetta a noi ma agli storici fare luce su questi eventi. Per noi i tempi sono maturi e perciò abbiamo scelto un percorso che va dalla Slovenia alla Croazia, senza alcun intento polemico».

 

Il raduno sarà anche occasione per raccogliere le firme per una petizione da inviare ai Capi di Stato e di governo italiani, sloveni e croati per sapere «chi giace e dove» in foibe e fosse comuni in Slovenia e Croazia.

 

Ivana Gherbaz

“Il Piccolo” 9 maggio 2012

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