Gli esuli istriani, fiumani e dalmati hanno iniziato il conto alla rovescia. Giovedì a Roma è in programma una delle riunioni più attese della lunga vicenda che li riguarda: davanti al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, nella sala verde di Palazzo Chigi, si discuterà dei temi che più stanno a cuore a quanti dopo l’ultimo conflitto mondiale dovettero abbandonare i propri beni.
«Parleremo della restituzione dei beni – ha annunciato ieri Renzo Codarin, presidente della Federazione delle associazioni degli esuli – dell'indennizzo equo e definitivo, delle condizioni di miglior favore che spettano agli esuli nell'acquisto di case popolari, dell'inserimento nei dati anagrafici dei nomi delle città d'origine, scritti in lingua italiana, della conservazione delle tombe italiane in territorio sloveno e croato, dei problemi di cittadinanza, del diritto al trasferimento della qualifica di profugo ai figli degli esuli, della legge per la tutela del patrimonio storico, artistico e culturale italiano d'oltre confine, delle scuole e infine della necessità di far continuare il tavolo di concertazione».
Un'agenda densa, cui la Federazione guarda con ottimismo: «Confidiamo in un ulteriore passo avanti – ha proseguito Codarin – anche perché le premesse lasciano presagire un ulteriore momento positivo per i diritti dei nostri associati». All'appuntamento di giovedì ne seguirà un altro, fissato a fine mese, fra i governi italiano e croato «per affrontare la tematica della restituzione dei beni – ha concluso Codarin – in un momento propizio, in quanto per la Croazia si sta avvicinando la fase d'ingresso nell'Unione europea».
Lorenzo Rovis, presidente dell'Associazione delle comunità istriane, ha posto l'accento sulla «necessità di correggere e integrare i testi scolastici con le opportune sottolineature in relazione alla vicenda degli esuli». Guido Brazzoduro, sindaco del libero Comune di Fiume in esilio, ha evidenziato «l'importanza del rispetto dei diritti degli esuli a tutti i livelli», mentre Renzo de' Vidovich, presidente della Fondazione dei dalmati nel mondo, ha ribadito l'interesse per l'ingresso della Croazia nella Ue «perché è in quel territorio che si trova la maggior parte dei beni abbandonati».
Ugo Salvini