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Ezio Loik, uomo umile e generoso (torinogranata.it 06 mag)

In ricordo degli Invincibili del grande Torino, nel 61esimo anniversario della tragedia di Superga, Radio Beckwith e TorinoGranata hanno "scovato" la moglie di uno degli eroi, Lilia Loik, che vive a Luserna San Giovanni ed è valdese come la maggioranza degli abitanti della valle. La gentile e colta signora, che oggi ha 84 anni, ha vissuto intensamente la sua vita, soprattutto dopo la scomparsa dell'amato Ezio. "La tragedia ha tagliato la mia vita in due, quella bella e meravigliosa passata con mio marito e quella successiva. Ma soprattutto il mio più grande tormento è stato quello che nostra figlia è vissuta senza padre".

Lilia ed Ezio si sposarono quando lei aveva solo 18 anni e il marito 25, ma avevano tante cose in comune. Del marito Lilia ricorda le sue qualità innate: "La modestia e la generosità. Quando c'è la gloria non deve mai mancare l'umiltà. Mio marito per andare agli allenamenti prendeve l'allora tram numero 5, noi stavamo in Via Vigone. Ebbene, quando incontrava qualche fiumano sfollato anch'egli, come la famiglia di mio marito, Ezio prendeva subito il portafoglio per chiedere se avevano bisogno di soldi". La famiglia Loik era originaria della ex Cecoslovacchia e a Fiume c'erano solo loro con quel cognome. Lilia ricorda come suo padre si affezionò fortemente al genero e che, dopo la tragedia, lui che era un alto dirigente della Fiat Lingotto (e anche massimo esponente della Chiesa Valdese), non si riprese mai più. "Mio padre fu uno di quelli che andò a riconoscere le vittime dopo la tragedia. Le posso dire che non era rimasto molto di loro…". Loik aveva anche deciso di diventare valdese e fu addirittura scomunicato dalla Chiesa cattolica. "Ottenne il funerale religioso solo perchè lo officiarono a tutte le vittime insieme. Mi ricordo ancora la folla immensa".

La signora Loik, che cita con disinvoltura frasi latine e del Petrarca, ama molto leggere e occuparsi di questioni sociali. Racconta anche due aneddoti interessanti: "Quando andammo a votare insieme per la prima volta, senza dircelo prima, alla fine scoprimmo di essere entrambi di sinistra. Ed io non ho mai cambiato fede politica. Ezio ci faceva spesso ridere, ma lui rimaneva sempre serio anche quando scherzava. Una sera volle provare a farmi ballare, mettemmo in funzione il nostro grammofono, ma alla fine mi disse che era meglio giocare sette partite che ballare con me, perchè gli pestavo i piedi".

Lilia è una donna che ama molto il calcio e continua a seguirlo anche se: "Oggi ha ben poco di sport. Mi risposai con un uomo vedovo, tifoso del Torino, che mi portò a vivere a Cagliari e lì potei ammirare Gigi Riva. Ma ai miei tempi le mogli dei calciatori non apparivano quasi mai. Poi io ero stata educata in un certo modo e non mi piaceva espormi. Ho sempre rilasciato pochissime interviste nella mia vita". E noi siamo felici di aver avuto questo privilegio perchè parlare con Lilia è un piacere. Una donna che ha sofferto molto, perchè anche il secondo marito la lasciò vedova a soli 47 anni. Il nipote Andrea che: "Assomiglia come una goccia d'acqua a Ezio e vado molto d'accordo con lui", ha già subito alcune delicate operazioni al cuore, vive in Sudafrica dove lavora come ricercatore nel settore geografico.

Alla fine Lilia ci congeda con i suoi più intimi sentimenti: "Lo sogno spesso Ezio, ora a ricordare quei tempi mi sono nuovamente commossa. Però sono contenta che la gente ancora li ricordi così tanto e ogni anno ci sia la celebrazione ed il ricordo". "Dormono, dormono sulla collina…" cita Lilia dall'Antologia di Spoon River. La memoria non li seppellirà mai.

Si ringrazia per la collaborazione Franco Ossola, che ci ha permesso di conoscere una grande persona.

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