LETTERE
In riferimento al dibattito sul tema “Memorie a confronto. Nuove prospettive a 70 anni della guerra“ organizzato a Trieste il 7 aprile ’09 dall’A.N.V.G.D. e dallo Slovenski Klub di cui Il Piccolo ha dato notizia il giornoseguente titolando “Esuli e minoranza slovena: futuro comune nell’UE “ precisiamo quanto segue:
1) Il sen. Lucio Toth è presidente dell’A.N.V.G.D. cioè solo di una delle tante associazioni di esuli -che tra l’altro qui a Trieste rappresenta solo una minima parte del mondo dell’esodo- ed è venuto qui da Roma per parlare esclusivamente a nome della sua associazione. La nostra Comunità, come altre, non è da lui rappresentata.
2) L’ANVGD fa parte, con altre associazioni, della Federesuli ma non ci risulta che in ambito Federesuli si sia discusso di questa importante iniziativa e non ci risulta che le altre associazioni aderenti alla Federesuli siano state ufficialmente coinvolte, abbiano dato il loro parere o apporto ma si sono limitate, senza neppure poter intervenire, al ruolo di spettatrici del dibattito.
3) Per quanto sopra riteniamo sia stata poco opportuna la generalizzazione che ha teso ad estendere a tutti gli “esuli” iniziative, incontri, discussioni, e conseguenti risultati che attendono esclusivamente ai rapporti tra una sola delle associazioni di esuli (ANVGD) e un esponente della minoranza slovena, il sen. Budin, presentato dallo Slovenski Klub il quale a sua volta – pur appartenendo alla minoranza – non ci risulta sia stato delegato a parlare a nome di tutti gli sloveni della provincia di Trieste.
4) Riteniamo che – se come presentati – gli argomenti erano di così rilevante importanza (tali da invitare sindaci, prefetto e autorità portuali) avrebbero dovuto essere trattati più opportunamente dalla Federesuli con una più ampia e attiva rappresentanza anche delle altre associazioni aderenti.
5) Riteniamo che non sia stato positivo, come è stato fatto nell’incontro, fomentare divisioni all’interno del mondo dell’esodo etichettando per esempio come “frange estreme a cui non conviene collaborare per avere maggiore visibilità” anche quelle realtà dell’esodo che semplicemente non sono allineate ad un certo modo di interpretare la difesa dei diritti degli esuli.
6) Riteniamo che il “futuro comune” nell’UE – per gli esuli e la minoranza slovena – era di per sé già garantito nei fatti e non messo in discussione dato che, come è emerso anche dal dibattito, non ci sono mai stati episodi di conflitto tra queste due realtà che pur hanno convissuto e convivono a stretto contatto nei paesi dell’altipiano provinciale e confermato dalla solidarietà della sen. Blazina alla recente iniziativa dell’Unione Istriani alla foiba di Corgnale.
7) Riteniamo dunque che sia stata una inutile ed estemporanea forzatura quella di ricercare a tutti costi riconciliazioni ove non vi siano i presupposti di divisioni, mentre giudichiamo invece prioritario per la Federesuli e per tutte le associazioni – aderenti e non – promuovere momenti di incontro e dibattito aperto su argomenti che riportino serenità e unità nel mondo tormentato dell’associazionismo dell’esodo dove viceversa ci sono divisioni marcate ed aspre.
8) Riteniamo che l’incontro in oggetto (forse più funzionale a certe necessità politiche locali e nazionali) sia purtroppo l’ennesimo esempio dei nefasti effetti di tale protagonismo dei vertici che, nel solco di una lunga negativa tradizione, ritengono di arrogarsi diritti di parola e di rappresentanza anche dove questi non siano stati a loro riconosciuti vestendo i panni del “buon pastore unico” che impone il percorso obbligato alle pecoremansuete, ruolo che spesso (vedi Osimo) è stato richieso agli esuli di interpretare.
Biloslavo Franco, Segretario della Comunità di Piemonte d'Istria