Il film comico e autoironico sloveno dal titolo "Trieste è nostra" – storico slogan delle truppe del maresciallo Tito alla fine della guerra di liberazione dal nazismo e fascismo in Jugoslavia – racconta il tentativo di un gruppo di partigiani sloveni ma del 2009, non del 1945, di "correggere gli errori della Seconda guerra mondiale". Così una locandina su internet invita il pubblico al lancio del film il 6 novembre a Sezana, cittadina al confine con l'Italia a pochi chilometri da Trieste.
Alle proteste dell'Unione degli Istriani del capoluogo giuliano e dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd) si è aggiunta oggi la voce del ministro degli Esteri Franco Frattini che, oltre a dirsi "francamente stupefatto" per la decisione dell'Accademia slovena per la cinematografia di finanziare il film, ha osservato che "nessuno dovrebbe permettersi di scherzare sul sangue e sul dolore che l'Europa ha drammaticamente conosciuto".
Il film della durata di 27 minuti è stato girato come opera per la tesi di laurea del giovane regista Ziga Virc, autore anche della sceneggiatura, prodotto dell'Accademia di arti drammatiche di Lubiana (Agrft) e dalla Tv pubblica RTV Slovenija. In una prima fase il titolo del film era "La battaglia che non c'é". Il protagonista Franc si autoproclama comandante partigiano, ma deve vedersela con la polizia slovena che non ha intenzione di tollerare la sua messa in scena della battaglia per Trieste, ma anche con la moglie che non è può più dei suoi giochi. Ma Franc non desiste e vuole far rivivere alle giovani generazioni i valori partigiani. Alla figlia Mateja regala il berretto partigiano con la stella rossa, appartenuto asua nonna. "La domanda che ora ci pone" conclude la presentazione del film "che parte sceglierà Mateja, e Trieste sarà di nuovo nostra?".
Dal video di presentazione si intuisce che in parte il film gioca a deridere il "senso di grandezza nazionale sloveno", mente in una sequenza i neopartigiani sparano contro la polizia slovena che definiscono "banda di collaborazionisti".
Di recente una sitcom croata, anch'essa prodotta dalla Tv di stato, ha rappresentato un'immaginaria guerra tra Slovenia e Croazia per un isolotto sul fiume Mura, al confine delle due ex repubbliche jugoslave, volendo ironizzare sul contenzioso per il confine marittimo che è stato nell'ultimo anno alla base di tesi rapporti tra i due governi.