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Fiumane di Roma coinvolte in scoppio a Fiume (Il Piccolo 22 lug)

di ANDREA MARSANICH

FIUME Poteva essere una strage. Ieri mattina, poco prima delle 11, un furgone di marca Peugeot e con targhe fiumane, è improvvisamente esploso in pieano centro a Fiume, mentre transitava sulla strada che fiancheggia il grande parcheggio in Delta e che conduce verso il rione di Pecine.

La deflagrazione ha causato il ferimento del conducente del mezzo, deceduto intorno alle 15, all’ospedale di Fiume per le gravissime lesioni riportate. Lo scoppio è stato avvertito in una vasta area cittadina e subito dopo agenti di polizia, vigili del fuoco ed equipe mediche, si sono precipitati sul luogo dello scoppio, dove erano già presenti parecchi curiosi. La scena apparsa ai loro occhi aveva dell’ incredibile, con il furgone letteralmente disintegrato, il corpo esanime del guidatore a diversi metri di distanza dalla deflagrazione e tutto intorno i rottami del veicolo, alcuni rinvenuti a ben 300 metri dal Delta.

L’uomo, 41 anni, dipendente di un’azienda fiumana per impianti di refrigerazione, è stato immediatamente trasportato all’ ospedale di Fiume, dove i medici si sono prodigati per mantenerlo in vita. Purtroppo l’entità delle ferite non gli ha dato scampo e il conducente è spirato a quattro ore dall’accaduto. Stando ad una prima ricostruzione, a scoppiare è stata una bombola di acetilene per la saldatura autogena, che si trovava a bordo del piccolo veicolo commerciale, assieme ad altre bombole, rimaste inesplose. Per tale motivo, polizia e pompieri hanno subito transennato l’area, ordinando l’ evacuazione per il pericolo di nuove esplosioni. Saranno gli inquirenti a spiegare il perché dello scoppio, mentre voci ufficiose parlano di un veicolo parcheggiato per lungo tempo al sole, il che avrebbe compromesso il funzionamento della valvola del contenitore saltato in aria.

L’esplosione ha danneggiato diverse automobili parcheggiate in Delta, tra cui la macchina di madre e figlia romane (ma di origini fiumane), arrivate nel capoluogo quarnerino per trascorrere un breve periodo di vacanza. Considerato che la strada della deflagrazione è tra le più trafficate in città, specie nell’alta stagione turistica, con migliaia di turisti che l’attraversano per dirigersi verso le isole altoadriatiche e la Dalmazia, si può affermare che solo il caso ha evitato altre vittime e feriti.

Al momento dell’esplosione, in zona stavano circolando pochi veicoli, altrimenti sarebbe stata una strage. Il motociclista fiumano Marko Rakos è uno dei pochi testimoni oculari: «Ero al semaforo ed ho notato quel furgone, che si trovava una decina di metri davanti a me. Mi pare fosse uscito dal posteggio in Delta e nulla lasciava presagire quello che sarebbe accaduto pochi attimi dopo. Il veicolo è esploso improvvisamente, con i rottami partiti come schegge impazzite. Un pezzo di parafango è volato a pochi centimetri dal mio casco. Avrebbe potuto uccidermi. Sono scioccato».

Il traffico è stato subito deviato e per ore in centro città non sono mancati incolonnamenti e rallentamenti. Gli investigatori della polizia hanno escluso sin da principio la pista terroristica, anche se l’esplosione ha fatto riandare con la memoria al caso dell’autobomba a Fiume, verificatosi nell’ottobre del 1995. Quindici anni fa, un estremista di Jemaah Islamiyah si diresse a bordo di un’auto nel cortile della questura fiumana e lo scoppio, oltre a provocare la morte del terrorista, ferì diversi fiumani. Il gesto fu rinvendicato dalla citata organizzazione e si parlò di vendetta per la sparizione di uno dei capi di Jemaah Islamiyah, che sarebbe stato arrestato in Croazia. Anche in quell’occasione, si sfiorò una strage.

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