Un vero lupo di mare. Vlatko Ignatoski, croato di Fiume, ha alle spalle anni di navigazione a vela e oltre trecento ore trascorse in barca a riprendere le rive adriatiche. È un omone abbronzato che ha passato la cinquantina, impartisce ordini al suo secondo sorridendo, gioviale e risoluto. La sua postura, i movimenti, le sequenze di azioni – al timone sia della barca, sia della cinepresa – risultano molto naturali. Con pazienza, filma la linea di costa vista dal mare, navigando lentamente, a una distanza mai superiore ai 70 metri, a seconda della conformazione della riva. La telecamera è sostenuta da un supporto mobile (costituito da perni, braccia meccaniche e molle), che ammortizza il dondolio dell’imbarcazione provocato dalle onde. Le isole più piccole sono quasi sempre riprese in un unico piano sequenza, mentre i tratti lunghi di costa vengono filmati programmando le riprese a seconda del meteo, della continuità geografica e dell’imbarcazione a disposizione. Vlatko non ha una barca sua, prima di diventare skipper era un fabbro. «A 40 anni ho deciso di iscrivermi a una scuola di vela e dopo una settimana mi sono sentito di non essere poi tanto vecchio – racconta – ho capito che quella era la mia vita. In tre anni sono diventato istruttore e oggi offro la mia esperienza a chi mi mette a disposizione una barca a vela per andare avanti col mio progetto. Ci sono tanti privati, anche italiani, che mi supportano per avere uno skipper d’esperienza che li porti in mare. In cambio chiedo soltanto qualche ora al giorno a disposizione per fare le riprese».
Ha iniziato la sua curiosa impresa quasi per caso, nel 2008, filmando in piano sequenza la circumnavigazione di un’isola dalmata. «Mi piaceva l’idea di riprendere senza interruzioni l’intero perimetro della terra emersa – ci spiega – e ho ipotizzato che anche a qualcun altro potesse interessare quel video, per curiosità, studio o motivi pratici. Ho pensato a un biologo, un vacanziere che vuole capire come sono le spiagge, ma anche a quelli che un giorno verranno, nel futuro, e magari non troveranno più i litorali che oggi vediamo noi, perché modificati dall’uomo o dalla natura stessa. Così mi è venuta voglia di documentare l’intera costa del mio Paese e di caricare i girati su un sito per renderli accessibili gratuitamente a chiunque». Il sito oggi esiste e si chiama www.obala.hr.
L’idea di Vlatko è diventata in pochi mesi un progetto, portato avanti a tutt’oggi con perseveranza. Si chiama “obala naših unuka”, ovvero la “costa per i nostri posteri”, ed è parzialmente supportato dall’Archivio di stato a Fiume e dall’Istituto idrografico croato di Spalato, che ha messo a disposizione le sue apparecchiature. I due enti custodiscono copia in alta definizione dei filmati finora realizzati.
In corso d’opera, l’appassionato documentarista ha scoperto anche i lavori di Giuseppe Riger che, dal 1840 – viaggiando a bordo dei piroscafi del Lloyd che all’epoca collegavano Trieste a Cattaro – aveva disegnato a più riprese le coste istriana e dalmata. E la già stravagante idea di filmare in tecnologia HD l’intera costa del suo Paese – incluse le oltre mille isole della Croazia, molte delle quali sono ancora da riprendere in attesa di sponsor – non gli è più bastata: ha iniziato a sognare di restituire in piano sequenza l’intera linea di costa dell’Adriatico orientale – pari a 7912 km, tra terraferma e isole – come aveva parzialmente fatto su carta il suo ispiratore. Dopo aver già ripreso buona parte dell’Albania e del Montenegro, a inizio luglio, Vlatko ha deciso di veleggiare verso nord, per realizzare un’unica ripresa in navigazione da Umago a Trieste. Facendo entrare per la prima volta nelle sue inquadrature anche le vicine coste slovene e italiane, ha celebrato a modo suo, simbolicamente, un’unità ritrovata con l’entrata della Croazia nell’Unione Europea.
Partendo dal faro di Salvore, è arrivato fino alla Ferriera, poi le riprese sono state interrotte dal maltempo. Da qui riprenderà a filmare in agosto, per arrivare almeno fino a Monfalcone, includendo nella sua cartolina animata per i posteri anche Piazza Unità, il Faro della Vittoria e i Castelli di Miramare e Duino.
da “Il Piccolo” del 6 agosto 2013