di ANDREA MARSANICH
FIUME Cacciato ancora una volta dalla sua amata Fiume. Stavolta l’autonomista fiumano Riccardo Zanella, l’anti D’Annunzio in riva al Quarnero, non ha dovuto fare i conti – come nel 1922 – con fascisti e nazionalisti italiani, quando dovette fuggire dalla città, riparando in Jugoslavia, nella vicina Portoré (Kraljevica). Zanella, presidente dello Stato libero di Fiume e morto a Roma nel 1959, è stato messo nelle condizioni di non nuocere dalla maggioranza di centrosinistra al consiglio comunale fiumano che, spalleggiata robustamente dal centrodestra, ha votato contro la proposta del comitato rionale di Scoglietto di intitolare a Zanella una piazza in Cittavecchia, situata nelle vicinanze di Calle dei Pipistrelli (la via più stretta in città) e a poche decine di metri dalla Torre civica. La piazza, ricavata dalla demolizione negli ultimi 50 anni di un paio di edifici, è senza nome e la prima proposta lanciata da Scoglietto era che si chiamasse Piazza dei Pippistrelli. L’ amministrazione municipale si era opposta, con la spiegazione che il nome del sito doveva soddisfare criteri storici e rappresentativi delal città di Fiume. In base a questi criteri si è pensato di ridare lustro a Zanella, peraltro non molto conosciuto alla maggioranza croata, molto di più ai fiumani negli anta e di nazionalità italiana. La proposta, lanciata dal Comitato di Scoglietto e appoggiata dal Comitato comunale per l’autonomia locale e da una pletora di storici, è stata invece respinta dal parlamentino fiumano. A seconda dei due schieramenti, per tradizione fieri avversari e invece alleati nel rifiutare l’autonomista fiumano, durante il dibattito Zanella è stato definito un antifascista poco convincente, proprio lui che per non piegarsi al fascismo dovette staccarsi dalla sua città. È emerso poi un altro “peccato” di Zanella, quello di non essere stato un bravo patriota croato. A nulla sono valse le mani alzate a favore di Zanella da parte dei consiglieri municipali di Lista per Fiume, Azione Giovani, Alleanza litoraneo – montana e Partito regionalista autonomo. È stato insomma l’ennesimo attacco sferrato contro la storia di Fiume, contro la sua identità, contro i personaggi illustri (e Zanella è stato tale), il solito colpo firmato congiuntamente da Partito socialdemocratico e Comunità democratica croata (Hdz o Accadizeta). Negli anni 90 ci fu una lunga battaglia per riportare in auge l’aquila bicipite leopoldina nello stemma e nel gonfalone della città e alla fine fu accettato un compromesso, una versione non proprio fedele ai simboli originali. In questi mesi, con in testa l’associazione Stato libero di Fiume, è in atto l’ iniziativa di riportare l’aquila bicipite sulla cupola della Torre civica, rendendo così giustizia alla storia e a questo simbolo della città quarnerina. Non sarà un’impresa facile per la dura opposizione di chi si ostina a negare pervicacemente la storia di Fiume e dei fiumani.