È stato un grande onore per me intervistare Konrad Eisenbichler, professore ordinario della University of Toronto, di ruolo presso il Programma di Studi rinascimentali, ma con incarichi anche presso il Dipartimento di Italianistica, il Centro studi medievali, il Centro studi sul teatro, il Centro studi sulla religione e l’Istituto per gli studi sulle donne e sul genere. Eisenbichler è stato presidente di diverse associazioni accademiche in Canada e negli Stati Uniti d’America, tra le quali due delle maggiori associazioni al mondo nell’ambito degli studi rinascimentali (la RSA e la SCSC). Ha ricevuto varie onorificenze, premi, e riconoscimenti in Canada, USA, e Italia sia per i suoi studi accademici che per il suo volontariato presso la comunità italiana all’estero. Il presidente italiano Giorgio Napolitano gli ha conferito l’onorificenza di “Commendatore al Merito della Repubblica Italiana”.
Eisenbichler, nato nell’isola di Lussino nel 1949, è membro attivissimo della Comunità degli Esuli giuliano-dalmati del Canada. Per questo motivo ha ottenuto il Premio Internazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia nel Giorno del ricordo nel 2009. Inoltre, dal 2007 svolge la funzione di consigliere nel Comitato direttivo della Comunità di Lussinpiccolo, associazione italiana dei lussignani e dei chersini non più residenti nei loro luoghi d’origine.
Trovatosi in un contesto di italicità famigliare quasi per caso (infatti, discende da un tipo di cultura austro-tedesca), Eisenbichler vive ancora come una ferita aperta l’espatrio forzato al quale è stato costretto. Di fronte alla perdita dell’identità linguistica da parte degli esuli, specie per i casi in cui gli immigrati si sono sposati con donne del luogo, fondendo quindi la propria italicità con un’altra tradizione che ha scaturito la nascita di una terza entità culturale, tiene a Toronto corsi di Italianistica, corsi che ottengono un buon grado di affluenza, dato che, per i discendenti diretti di questa tradizione rappresenta un filo conduttore con il proprio passato, mentre per i canadesi o comunque per gli studenti di origine anglosassone funge da veicolo di conoscenza rispetto a una cultura considerata molto interessante e affascinante.
Finora ha pubblicato quattordici libri monografici o collezioni di saggi, sette traduzioni di libri dall’italiano all’inglese, due edizioni critiche di manoscritti italiani formato libro, un centinaio di recensioni di libri, una decina di poesie originali, bibliografie e numerosi articoli su riviste scientifiche e in collezioni di saggi. Inoltre, ha organizzato 32 congressi internazionali sia in Canada che in Italia, diciannove sessioni a congressi di varie società accademiche nordamericane; ha tenuto oltre cento interventi a vari congressi o conferenze presso atenei e società accademiche in Canada, negli USA, in Italia, Francia, Spagna, Inghilterra, Brasile e Australia. Opera pro bono da molti anni nell’ambito della comunità di emigrati italiani in Canada, ricoprendo vari inarichi e portando avanti diversi progetti, in particolare nell’ambito della comunità giuliano-dalmata in Nord America.
Di recente abbiamo potuto assistere a due sue conferenze: il prof. Eisenbichler è stato ospite dell Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, con due argomenti, ossia “Gianni Angelo Grohovaz, il poeta fiumano-canadese e l’identità” e “I vari volti di una donna rinascimentale: la poetessa Laudomia Forteguerri tra politica e passione”.
È nato a Lussinpiccolo, ma ben presto si è trasferito con la famiglia in Austria e poi in Italia e a dodici anni è andato a vivere in Canada. Quali sono state le sue prime esperienze nel lontano Paese?
“Mi sono trovato bene in Canada; è un Paese magnifico. Il primo shock è stato il clima. Siamo arrivati in Canada che era dicembre e c’era tanta neve. Per quattro mesi non ho visto un filo d’erba e io non ero abituato a quel clima, faceva freddo da morire. Ma poi con il tempo ci si abitua”.
È direttore del bollettino giuliano-dalmata di Toronto. Che tipo di rivista è e di che cosa tratta?
“È una rivista che nasce nei primi anni Settanta come foglio di collegamento tra le varie famiglie della comunità giuliano-dalmata a Toronto. È il primo bollettino di questo tipo in tutto il Nord America e in tutto il Canada. Adesso siamo arrivati al 152.e- simo numero. La rivista esce ogni tre mesi. Comprende venti pagine con notizie di attualità, di Toronto, delle nostre famiglie, delle feste che facciamo e un po’ di notizie dalle zone dell’Istria e del Quarnero, della Dalmazia e altre dall’Italia. Ho assunto la direzione di questo bollettino nel ’90; quella volta eravamo al numero 67. Sono stato direttore per più della metà dei numeri e questo è un grande piacere. La rivista viene mandata in tutto il mondo. Abbiamo abbonati in Canada. ovviamente, tra soci del nostro club; viene spedita nel Nord America, nelle Associazioni a New York e Jersey, in Dalmazia, Istria, Sud Africa e Australia. Per ogni numero vengono stampate circa 500 copie”.
Di che cosa si occupa la Comunità degli Esuli giuliano-dalmati del Canada e quali sono le attività dell’associazione?
“Organizziamo più che altro degli incontri; in primavera abbiamo un pranzo primaverile, ad agosto facciamo un pic-nic, per San Nicolò facciamo una festa dove tutti i bambini ricevono regali e tutti gli ultra-ottantenni ricevono un panettone. Qui si radunano sulle 150-200 persone, mentre alle altre feste siamo sulla settantina. Il 10 febbraio organizziamo la festa per il Giorno del Ricordo, a novembre celebriamo la Messa dei morti. Quindi ci sono sei-sette avvenimenti all’anno. La maggior parte dei membri della nostra Comunità è piuttosto anziana. Parliamo sempre in dialetto”.
A proposito della lezione che ha fatto di recente sul poeta fiumano Gianni Angelo Grohovaz: fino a che punto il suo percorso si avvicina a quello del nostro concittadino, visto che pure lui è andato a vivere in Canada?
“Grohovaz era un esule, io non lo sono. Noi siamo di origine austriaca, non siamo usciti come esuli. Il mio percorso è stato simile nel senso che anch’io sono andato in Canada, ho fatto diversi lavori come Grohovaz, mi sono lasciato coinvolgere pure io nella Comunità italiana, diventando professore d’italianistica presso università e membro di varie associazioni. E quindi, per certi aspetti, la mia è un strada vicina a quella compiuta da Grohovaz”.
Ha avuto l’occasione di conoscere Grohovaz?
“Purtroppo no. Ho iniziato a interessarmi di questo campo negli anni Novanta. Non sapevo che quest’associazione esistesse e quindi non avevo alcun contatto”.
Che cosa rappresenta per lei Fiume?
“Fiume per me per tanti anni è stata solamente un porto, vi passavo per andare a Lussinpiccolo; dunque, per me era un piccolo momento di sosta nel viaggio di ritorno sull’isola. Negli ultimi anni sono riuscito a conoscere fiumani qui a Fiume, gente che lavora in città e amici che vengono spesso qui. La trovo bellissima: mi ricorda un po’ la mia infanzia trascorsa in Liguria. Sono realtà molto simili, geograficamente: le montagne che finiscono quasi nel mare, questo bellissimo mare, il clima mediterraneo piacevole, i fiori d’estate. Perciò mi piace tantissimo!”
Quanto spesso visita Lussinpiccolo?
“Una volta venivo molto spesso, ma adesso sono limitato nei viaggi per impegni personali a Toronto, ma è sempre un piacere ritornare. Ho dei cugini con cui mi tengo in contatto e li rivedo con grande piacere”.
Un anno fa, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia fiumana, è stato inaugurato il Dipartimento di Italianistica. Vista la sua esperienza quali consigli potrebbe dare per il futuro dell’istituto?
“Da quello che ho sentito e visto, il Dipartimento è in forte crescita, gli studenti sono attratti dalla possibilità di studiare la lingua, la letteratura e la cultura italiane e penso che ci siano grandi possibilità di sviluppo e di contributo alla minoranza italiana a Fiume e in Istria. Vi faccio tutti i miei auguri e sono sicuro che avrete grande successo perché chiaramente l’energia c’è e l’interesse pure”.
Kristina Blecich
“la Voce del Popolo” 27 dicembre 2012