«La dimensione del Dipartimento di italianistica supera quella del mondo accademico e ora ne sono più convinto che mai. Lo sapevo anche nel 2009, quando ci siamo avventurati in questo programma senza avere una copertura finanziaria certa”. Predrag Šustar, preside della facoltà di Filosofia, ci spiega perché quell’“avventura” si sta dimostrando oggi quanto mai azzeccata, ideata in un momento in cui alla facoltà erano in corso grandi trasformazioni.
“La prima è stata il trasloco dalla vecchia sede al Campus universitario – ha esordito Predrag Šustar –, mentre la seconda riguardava l’introduzione di nuovi programmi, tra i quali avevo individuato, appunto, l’apertura di un dipartimento di italianistica. Nella stesura del programma, era il 2009, ero talmente certo del suo successo pur non avendo una copertura finanziaria certa. Parlando con i colleghi, però, ho capito che il Dipartimento di italianistica andava ben oltre al mondo accademico, dopo di che sono riuscito a convincere della bontà dell’idea sia il Senato accademico, sia altre istituzioni, tra cui un ruolo di primaria importanza lo ha avuto l’Università di Padova, che ci ha aiutato moltissimo, prima a istituire la triennale e poi, grazie un accordo che abbiamo con l’Ateneo patavino, di fare insieme sia la triennale che la specialistica, grazie anche all’esemplare collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica d’Italia a Fiume e l’Istituto di cultura italiana a Zagabria”.
“Un attestato di successo ci è stato fornito di recente dal fatto che al concorso nazionale per soli venti posti di lavoro per tutte le materie, a noi ne sono stati riconosciuti due, uno dei quali per il Dipartimento di italianistica – ha detto ancora il preside della facoltà di Filosofia –. È un segnale che il nostro ministero ha apprezzato gli sforzi del Dipartimento, della facoltà, della nostra città e della nostra Regione, che proprio in Italianistica ha creato un programma che non è uno fra tanti altri, bensì un programma di cui si sentiva il bisogno da lungo tempo, che crea una verticale nella città di Fiume e che va ben ben oltre le strette esigenze del mondo accademico”.
Il successo era quindi assicurato? Secondo Šustar, “se si crea una catena, una rete, una piattaforma che riguarda la vita comune della città, se si capisce che una cosa che sta per nascere non riguarda soltanto gruppetti particolari, ma il bene comune, prima o poi sarà una storia di successo”. “La nuova assistente che abbiamo potuto assumere – ha precisato – è un segnale che è stato capito quali sono le esigenze e in che modo Italianistica servirà alle esigenze non solo strettamente accademiche ma alla città di Fiume e oltre. Italianistica è forse il momento più gioioso per me, il momento in cui abbiamo visto una nuova realtà, un nuovo programma che ha un futuro con la specialistica, un futuro internazionale, al momento grazie a questo accordo con l’Università di Padova.
Dopo la triennale, adesso abbiamo consegnato il programma per la specialistica e manca, pertanto, solo il dottorato di ricerca. Con la trasformazione del dottorato, però, ci saranno sbocchi anche per il dottorato di ricerca in filologia, ma anche in tutte le materie che riguardano la cultura italiana. Ci saranno anche diversi programmi per corsi di aggiornamento e perfezionamento per insegnanti che vengono qua a Fiume. L’apertura di italianistica è stato veramente un momento bello, perché riguarda una cosa concreta che attira nuovi posti di lavoro, molti studenti, ma anche molte entità locali. I risultati conseguiti finora sono ottimi. Noi abbiamo aperto diversi programmi, ma quello che contraddistingue il Dipartimento di italianistica è proprio il contesto non solo accademico. C’è un feedback che proviene non solo dall’Università, ma da molte entità locali, dall’Unione Italiana, dalle università italiane, dai colleghi che vengono dall’Italia…”.
“L’obiettivo primario – ricorda Predrag Šustar – era quello di cominciare con la triennale, perché all’epoca non c’erano docenti. Non bisogna dimenticare, inoltre, che abbiamo aperto il Dipartimento in un momento di crisi profonda. Non c’erano posti di lavoro e il tutto sembrava molto rischioso. Mi sono tuffato in questo progetto nel momento peggiore. Aprire posti di lavoro senza avere la sicurezza di una copertura finanziaria è un rischio, però è successo… è un miracolo, grazie alle manovre e al lavoro intenso che abbiamo portato avanti e alla disponibilità di coloro, in primo luogo il rettore e il Ministero, che hanno capito bene quelle che erano le nostre intenzioni. Stiamo facendo uno sforzo che ha molto senso e che sinceramente avremmo dovuto fare molto prima. Istituire italianistica a Fiume è stata una mossa strategica e logica.
Guardando avanti, in Croazia, vedo la nostra città come un polo per la collaborazione tra il mondo accademico italiano e quello croato. Grazie a italianistica, abbiamo collaborazioni anche in altri ambiti, come ad esempio la biomedicina. L’italianistica fiumana può essere, secondo me, la più forte in Croazia. Una cosa simile è stata fatta in Slovenia, dove Capodistria sta per diventare il polo di lingua e letteratura italiana più forte nel Paese. A Lubiana hanno capito bene che forse bisognava investire di più a Capodistria e trasferirvi i docenti da Maribor e Lubiana. Un decentramento utile e indispensabile. Se Fiume ha scelto di avere le facoltà più forti in Medicina e biotecnologia e se tra le diverse lingue quella italiana è a livello nazionale, le risorse vanno investite a Fiume. In questo caso vedo un futuro molto interessante per l’italianistica fiumana”.
Il primo anno di Italianistica era partito due anni fa proprio con… l’ultimo treno, a settembre. I posti a disposizione erano pochi e l’interesse enorme…. “Avevamo 20-25 posti a disposizione e l’interesse era di gran lunga maggiore, interesse ripetutosi anche in questo secondo anno regolare – ci ha detto Predrag Šustar – Abbiamo due-tre docenti interni, che appartengono cioè al dipartimento, più un lettore universitario, però possiamo completare il quadro grazie a un gruppo di professori come Elvio Baccarini e Vanni d’Alessio, che fanno parte della nostra facoltà e che sono di madrelingua italiana e insegnano materie che fanno parte del nostro programma.
Poi ci sono i collaboratori esterni, grazie al contratto che abbiamo con Padova – l’Università di Padova ha firmato due soli contratti di questo tipo, con Grenoble e con Fiume –, che vede nella nostra facoltà uno sbocco. Grazie alla legge Gelmini, l’Università ha subito trasformazioni radicali. Adesso non ci sono più le facoltà, bensì soltanto l’Università con diversi dipartimenti. Noi abbiamo un accordo firmato dai rettori delle due Università. Non si tratta di una cosa vaga, solo sulla carta. È un accordo molto concreto e riguarda soltanto italianistica. È stato firmato per sancire la partnership tra i nostri due istituti e poi riguarderà anche la specialistica. Il corso è sostenuto dalla consulenza di docenti della facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Padova. I professori che mancano a Fiume vengono da Padova, come ad esempio il prof. Michele Cortellazzo, uno degli studiosi più famosi, e ci sono anche altri docenti”.
“Grazie alla cooperazione tra italianistica padovana e fiumana – ha concluso il preside Predrag Šustar –, con l’assistente che ha firmato di recente il contratto di lavoro e grazie a questo accordo con Padova, con il prof. Cortellazzo potremo fare il dottorato di ricerca a Padova. Se uno è bravo, quindi, può andare a Padova a fare il dottorato di ricerca. Ci sono diversi aspetti che riguardano la collaborazione con Padova. È una collaborazione concreta, a differenza di tanti accordi simili che sono un po’ nebulosi e vengono fatti perché servono a qualche preside… Se un accordo internazionale va bene, può essere esteso.
Ad esempio, noi con la specialistica cerchiamo di fare qualcosa che in Croazia purtroppo non funziona ancora bene. Sarebbe utile per noi, perché sarebbe la prima specialistica internazionale in Croazia in un ambito che è utilissimo per Fiume e che va ben oltre questa dimensione, grazie, appunto, alla rete che abbiamo creato nel frattempo. Per quanto riguarda la collaborazione con Padova, abbiamo visto che ci sono altri ambiti in cui si può lavorare insieme. Per mantenere gli studi di croatistica a Padova abbiamo istituito una collaborazione tra il nostro dipartimento di croatistica e la corrispettiva cattedra a Padova. È una cosa che va molto bene e costa meno a Padova e noi mandiamo là i nostri docenti. In questo modo, l’Università di Fiume è presente a Padova. Grazie alla concretezza di questa collaborazione, sfruttiamo la fama internazionale dell’Università di Padova e saremo più presenti e più visibili”.
Ivo Vidotto
“la Voce del Popolo” 16 maggio 2013