FIUME – Giovanni Palatucci (Montella, 31 maggio1909 – Dachau, 10 febbraio 1945), ultimo questore italiano di Fiume, Medaglia d’oro al merito civile, nominato Giusto tra le nazioni, venerato col titolo di Servo di Dio dalla Chiesa cattolica. Non lo hanno mai dimenticato gli ebrei di Fiume sopravvissuti all’immane tragedia della Seconda guerra mondiale – molti grazie anche al suo aiuto –, dalle persecuzioni e dai campi di sterminio…
Raggiunto Israele, circa in quattrocento, persone che erano state salvate dal giovane funzionario, decisero di dedicare al nome dell’eroico e fraterno amico una strada ed un parco in Israele, nella città di Ramat Gan, presso Tel Aviv. Ciò avveniva nell’aprile del 1953, con una cerimonia solenne il giorno 23, aperta dall’inno nazionale italiano e dall’inno israeliano, la “Hatikva”, e che si chiuse con la collocazione di 36 alberi lungo la stessa strada dedicata a Giovanni Palatucci: uno per ogni anno della sua giovane vita terrena stroncata a Dachau. La strada dedicata a Giovanni Palatucci è oggi una delle più belle vie di Ramat Gan (Città dei giardini), sulla strada principale Caifa – Tel Aviv (alle porte di questa).
A poco meno di sei decenni da quest’evento, gli italiani e gli ebrei di Fiume che ancora oggi vivono e sono attivi nel capoluogo quarnerino, propongono una rilettura e rivisitazione delle vicende legate a Palatucci, tramite un’iniziativa che si articolerà in due momenti, a Palazzo Modello, sede della Comunità degli Italiani, il 1.mo e il 15 aprile 2011, coordinata da Rina Brumini, docente di Lingua e Letteratura italiana alla Scuola media superiore italiana, che ha compiuto diversi studi sul “caso” Palatucci (argomento della sua tesi di laurea e del saggio con cui l’anno scorso ha vinto al Concorso d’Arte e di Cultura “Istria Nobilissima”). A sostenere finanziariamente l’evento “Giovanni Palatucci” – che gode dell’appoggio della CI e della Comunità ebraica di Fiume – sono l’amministrazione municipale fiumana e il Consiglio della minoranza italiana della Regione Litoraneo-montana.
PER UNA PIENA COMPRENSIONE DELLA SUA FIGURA Un contributo alla (corretta) comprensione della figura di Palatucci – poliziotto, dal 1937 responsabile dell’ufficio stranieri, poi questore reggente di Fiume tra il 1944 e il 1945, arrestato dai nazisti con l’accusa di “intelligenza con il nemico” e deportato a Dachau, dov’è morto –, una figura dimenticata per quasi mezzo secolo, “scoperta” sulla scia della fortuna di “Schindler’s list” e romanzata in un film per la televisione italiana, arriva dallo storico Marco Coslovich, che nel corso di pluriennali studi e ricerche è riuscito a collocare i fatti in una prospettiva più realistica, storicamente documentata, rispetto a quanti hanno seguito la strada dell’esaltazione agiografica. Perché se il nome di Giovanni Palatucci è assurto addirittura a icona idoleggiata e mitizzata, oggetto di culto civile e religioso, rimane tuttora difficile documentare esattamente le circostanze del suo eroismo. In tal senso l’opera svolta da Coslovich emerge per essere “fuori dal coro”, frutto di 15 anni di ricerche e di lotta solitaria contro la marea montante.
«GLI ANNI NEGATI» Venerdì 1.mo aprile alle ore 17 avrà luogo la proiezione del film “Gli anni negati” (ideazione di Marco Coslovich, regia di Giulio Benedetti), dedicato alla Shoah e alle vittime, gli ebrei italiani che vennero stati deportati o fuggirono da Fiume nei bui anni della Seconda guerra mondiale. È il primo importante documentario che Prospettive Storiche ha prodotto grazie all’appoggio e al contributo di vari enti (Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia – Assessorato all’Istruzione, cultura e pace; la raccolta di alcune testimonianze è stata finanziata dalla Commissione Europea) e associazioni private (Museo della Comunità Ebraica di Trieste “Carlo e Vera Wagner” e Museo di storia della fotografia “Fratelli Alinari”). Il documentario è stato presentato nel 2005 al Trieste Film Festival. La pellicola farà da introduzione alla seconda e principale parte del progetto, che si svolgerà nella giornata di venerdì 15 aprile, sempre alle ore 17, con la conferenza del prof. Coslovich, autore del libro “Giovanni Palatucci. Una giusta memoria” (Mephite, Salerno, 2008). Il relatore sarà tradotto in differita.
ANNI DI RICERCHE Marco Coslovich, insegnante, studioso e ricercatore di storia contemporanea, docente di Storia Contemporanea dell’Università degli studi di Trieste, originario di Cittanova d’Istria, esule a Trieste, da diversi anni raccoglie la memoria dei testimoni dei grandi eventi storici del Novecento. In particolare si è dedicato alle testimonianze dei sopravvissuti dei campi di concentramento nazisti. Ultimamente segue una nuova pista di ricerca inerente la persecuzione e l’internamento nei campi dell’ex Jugoslavia comunista. Ha pubblicato tre libri sui lager nazisti e ha scritto molteplici saggi di storia su riviste specializzate, inerenti i temi della memoria e della storia, della violenza dei totalitarismi, delle persecuzioni antiebraiche e del Regime fascista. Giornalista pubblicista, è intervenuto sull’“Unità”, “Il Manifesto”, “Diario”, “Il Piccolo”, La “Nuova Sardegna”. In qualità di Presidente dell’Associazione “Prospettive storiche”, dirige il progetto “L’ultimo appello”, volto a realizzare un archivio video sulle testimonianze degli ex-deportati sopravvissuti ai regimi fascista, nazista e comunista. In quest’ambito ha prodotto due documentari: “Gli anni negati”, sullo sterminio ebraico, e “F.K.L.”, sulla deportazione femminile; ha inoltre realizzato assieme ad Ennio Guerrato il documentario “Il tramonto di Spartaco” sul sistema concentrazionario nazista e dell’ ex Jugoslavia comunista. È autore di un libro di storia comparata sulle memorie divise con il titolo “Nemici per la pelle” ed ha curato il libro di memorie di Nora Pincherle, “Come amare le viole del pensiero? Dio non c’era a Ravensbruk”. Nel 2008 è uscito “Giovanni Palatucci. Una giusta memoria”.
Ilaria Rocchi
(courtesy MLH)