di ALESSIO RADOSSI
TRIESTE «Le parole di Napolitano vogliono dire che c’è fiducia fra i due popoli». Torna il sereno nelle relazioni diplomatiche fra Italia e Slovenia dopo la cerimonia per la Giornata del Ricordo sulle foibe e l’esodo giuliano-dalmata. Ieri il presidente della Repubblica slovena Danilo Türk ha commentato positivamente il discorso tenuto dal Capo dello Stato italiano martedì mattina al Quirinale in occasione della cerimonia che si tiene ormai da cinque anni. «Le Foibe – aveva sottolineato Napolitano – furono una tragedia patita da italiani innocenti, ma non vanno dimenticate le responsabilità del fascismo, delle sue avventure di aggressione e guerra».
Parole che hanno evidentemente soddisfatto l’omologo sloveno. «Napolitano – ha commentato Türk – ha detto chiaramente quali sono state le responsabilità del fascismo verso il popolo e la minoranza slovena durante l’occupazione militare italiana della Seconda guerra mondiale». Il leader di Lubiana ha anche elogiato il presidente italiano: «Lo rispetto – ha aggiunto – perché è un autentico democratico, una personalità della dimensione europea. Il suo è stato un passo che conferma la fiducia fra i due popoli».
La presa di posizione di Türk arriva dopo un mese nel corso del quale la situazione sembrava essere finita in un vicolo cieco, specialmente dopo che il presidente sloveno aveva accusato la politica italiana di avere «un deficit di memoria sui crimini del fascismo». Una tesi che aveva creato sorpresa e un certo imbarazzo nel mondo politico italiano, emersa fra l’altro pochi giorni dopo che il presidente croato Stipe Mesic aveva prospettato una riconciliazione a tre fra Italia, Slovenia e Croazia, da tenersi sui luoghi della memoria a Trieste. Anche il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva fatto notare che «l’antifascismo è nella Costituzione italiana». Da allora però, nessuna presa di posizione era arrivata da Napolitano, fino alla scorsa settimana, quando – in una nota – il Quirinale informava che la questione era stata chiarita, e che Lubiana «in nessun modo» intendeva rivolgere critiche «al Presidente della Repubblica o all’amica nazione italiana». E ribadiva «il comune impegno» di Italia e Slovenia «a contribuire alla costruzione dell’unità politica del continente anche per il superamento delle divisioni che hanno segnato momenti tristi nella storia di popoli legati oggi da sentimenti di sincera amicizia e fratellanza». Caso chiuso, quindi, definitivamente anche grazie alla diplomazia sotterranea Quirinale-presidenza slovena che ha prima portato alla dichiarazione «distensiva» di Türk, e poi all’intervento di Napolitano durante la cerimonia per la Giornata del ricordo, segnalando una completa convergenza di vedute fra le più alte cariche dei due Stati.