Oggi e domani lo storico Roberto Spazzali (insegnante, studioso d’istituzioni, si occupa dei fenomeni politici e sociali del Novecento nella Venezia Giulia. Collaboratore della cattedra di Storia Contemporanea della facoltà di Scienze della formazione. Membro di commissioni scientifico-culturali del comune di Trieste) rifletterà su questi temi in tre incontri nel Comasco, in città, la mattina, la sera alle 20,15 con gli adulti alla Cascina Massèe di Albate, domani con gli studenti di Pusiano; incontri organizzati per il Giorno della memoria e del ricordo celebrato il 10 Febbraio. A volerli l’Istituto di Storia Contemporanea Pier Amato Perretta di Como con l’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia. Lo storico Spazzali sarà chiamato a chiarire alcuni aspetti de Il confine orientale: dal campo di concentramento nazista della risiera di San Sabba alle Foibe e de La questione del confine orientale.
Professor Spazzali, la tragedia delle foibe è un capitolo della storia italiana spesso poco approfondito. Da dove partire per capirlo?
La tragedia delle foibe (voragini naturali dell’altipiano del Carso dove vennero gettati i corpi degli oppositori a Tito, nda) perpetrata alla fine della seconda guerra mondiale nel Friuli Venezia Giulia è al centro del mio interesse, che però va oltre. Mi preme affrontare il tema del confine orientale, di come è stato disegnato dalla fine della prima guerra mondiale. Da qui bisogna partire per capire l’eccidio, dai giochi di forze internazionali che sono poi intervenute nel Novecento su questa area. Io cerco di dare una risposta a questa domanda: perché 300 mila persone di cultura e lingua italiana hanno abbandonato questi territori che sono passati alla Jugoslavia? La questione dell’esodo è di forte attualità, porta con sé il tema della profuganza causata non solo dalle guerre o dalla ricerca di fortuna.
(fonte www.laprovinciadicomo.it 1° marzo 2012)