LETTERE
Il Governatore Illy, da sindaco di Trieste, ha fatto prendere atto anche a Roma che, a Trieste, accanto ad ogni concittadino della minoranza slovena, vivono due esuli o figli e nipoti di esuli.
Recentemente sono stato colpito da due frasi di due autorevoli espressioni dell’«intellighentsia» italica: l’ambasciatore Sergio Romano e il Ministro degli Affari Esteri, Franco Frattini. Il primo, alla domanda di Mauro Manzin (10/1/09) se «Trieste saprà metabolizzare i 40 giorni dell'occupazione titina», afferma perentoriamente: «Io credo che lo abbia già fatto». Il secondo nell’intervista con Alberto Radossi di martedì 13 corrente dichiara responsabilmente: «L’estensione del diritto di restituzione (o risarcimento) anche agli stranieri …non è una pre-condizione italiana all’ingresso della Croazia nell’Ue».
Indubbiamente un triestino di nascita può aver «metabolizzato i 40 giorni dell’occupazione titina». Il 12 giugno 1945, chi era rimasto vivo, relegava quella quarantena in un pesante incubo, finalmente cessato. Non è così invece per le decine di migliaia di concittadini: «nati nei territori ceduti», come siamo contati nel Censimento del 1961. Per noi i «40 giorni» sono durati anni, rappresentano l’inizio del nostro esilio a vita e permangono le conseguenze nella negazione dei nostri diritti. Tale indubbia «violenza» non si «metabolizza» né in 60 né in 100 anni, muore con noi e ciascuno di noi vorrebbe che i cittadini con cui convive se ne rendessero conto.
Romano e Frattini devono rendersi conto di quanto pensino gli esuli ed i loro eredi che vivono nel risibile «budello geografico», che è la provincia di Trieste. L’insospettabile storico piranese, «l’istriano ragionevole», apprezzato consigliere, di De Gasperi, Diego de Castro, aveva indicato sul Piccolo del 12 gennaio 1992 le «richieste irrinunciabili», da porre già allora per il semplice riconoscimento delle nuove Repubbliche: «Cerchiamo di puntare sul concreto, che potrebbe essere: ”rinuncia alla Zona franca mista di confine, ritracciamento del confine marittimo… secondo le note disposizioni delle convenzioni di Ginevra; riesumazione dello Statuto delle minoranze, che era accluso al Memorandum del 1954 e nomina di una Commissione mista di controllo; uguaglianza di trattamento per gli italiani delle due vicine repubbliche; possibilità, per i cittadini italiani, di acquistare ed essere proprietari di beni immobili e di risiedere sia in Slovenia che in Croazia, conservando la propria cittadinanza». Arrivò invece il gratuito riconoscimento e poi i Governi italiani hanno «bruciato» anche tutte le successive occasioni per difendere i loro cittadini. Ora Frattini persevera diabolicamente.
Italo Gabrielli