di ALESSIO RADOSSI
TRIESTE Un memorandum di cooperazione bilaterale fra Italia e Croazia che preveda la creazione di un «Polo di sviluppo dell’Alto Adriatico» nei settori industria, ambiente, energia, infrastrutture, trasporti, agricoltura, università e ricerca. Un «coordinamento» presieduto dai ministri degli Esteri dove possono trovare spazio anche i temi relativi agli esuli e alle minoranze. Un tema delicato, per il quale si cerca di sanare le ferite del passato, che ha visto dopo la Seconda guerra mondiale una buona fetta della popolazione italiana lasciare l'Istria, il Quarnero e la Dalmazia.
E’ questo il piatto forte della visita che il ministro degli Esteri Franco Frattini farà in Croazia lunedì prossimo. Un memorandum italo-croato analogo a quello siglato fra Italia e Slovenia nel 2007, ma che punta a confluire in un dialogo a tre, fra Roma, Zagabria e Lubiana, per la promozione delle politiche coordinate a favore dello sviluppo di quest’area-crocevia nella Nuova Europa.
Frattini lunedì incontrerà tutti i vertici dello Stato croato: dal presidente della Repubblica Stjepan Mesic al premier Ivo Sanader, dal ministro degli Esteri Gordan Jadronkovic al presidente del parlamento Luka Bebic. In serata, Frattini si recherà a Pola, dove avrà un incontro con la comunità italiana.
Ma il tema chiave dei colloqui di Zagabria sarà ovviamente l’adesione di Zagabria all’Unione europea. La Croazia punta a chiudere i negoziati entro il 2009, e l’Italia è certamente uno degli sponsor principali. Si attende quindi una formalizzazione dell’adesione tra il 2010 e il 2011. Ma c’è il veto della Slovenia, che nelle scorse settimane ha posto una sorta di aut aut alle diplomazie di Bruxelles: o viene risolto il contenzioso sul confine marittimo nel Golfo di Pirano, oppure Lubiana bloccherà l’ingresso dei vicini croati nella grande famiglia europea. Il nodo confine potrebbe quindi rallentare, e di molto, il cammino di Zagabria, che tuttavia è chiamata anche a un impegnativo percorso di riforma nel settore della Giustizia e alle ristrutturazioni nel comparto dei cantieri navali con lo smantellamento degli aiuti di Stato al settore.
Difficile che non si accenni, nel corso dei colloqui tra Frattini, Mesic e Sanader anche alla riconciliazione fra i tre Capi di Stato: un’iniziativa che dopo le aperture del presidente croato, ha visto un inatteso stop da parte dell’omologo sloveno Danilo Turk.
Ma il capitolo economico resta quello preponderante. L’Italia rappresenta il principale partner economico della Croazia (primo fornitore e primo acquirente) con un interscambio commerciale che, nel 2007, ha superato i 4 miliardi di euro. In crescita sono anche le esportazioni italiane (+3,5%, oltre 2,8 miliardi, principalmente macchinari e beni di consumo) mentre le importazioni hanno registrato un calo del 10,8% (1,4 miliardi). Tale tendenza si è confermata anche nel primo semestre del 2008 con esportazioni italiane in crescita del 13,1% (1,6 miliardi) e le importazioni in calo (-2,9%, 678 milioni di euro).
Il mercato croato offre notevoli opportunità d'investimento agli imprenditori italiani, principalmente legate al processo di privatizzazione in atto. I comparti agro-alimentare, manifatturiero, turistico, dell'energia, cantieristico ed edile presentano notevoli prospettive di espansione. Altro settore in forte sviluppo è quello delle infrastrutture in considerazione dell'ambizioso piano di sviluppo delle reti di trasporto ed energetiche che il governo croato sta elaborando.