Nel corso del suo intervento alla cerimonia istituzionale del Giorno del Ricordo svoltasi al Monumento nazionale della Foiba di Basovizza il 10Febbraio, il Sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha chiesto a gran voce che venga tolta a Tito l’onorificenza della Repubblica italiana che gli fu conferita nel 1969.
Il principale pianificatore delle stragi delle foibe e del clima di terrore che portò all’esodo giuliano-dalmata, il maresciallo Josip Broz “Tito”, risulta in effetti decorato di Gran Cordone in quanto Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana, onorificenza conferitagli dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat il 2 ottobre 1969, come da prassi, a margine di una sua visita di Stato in Italia in qualità di Presidente della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia.
Nell’ambito della Guerra fredda l’ondivaga politica estera del dittatore jugoslavo lo rendeva un interlocutore privilegiato delle potenze occidentali: il suo rapporto con il blocco sovietico non era organico, si atteggiava a leader del Movimento dei Non Allineati ma aveva stretto alleanze militari di carattere difensivo con la Grecia e la Turchia che facevano parte della Nato. Osannato liberatore della Jugoslavia dall’occupazione straniera durante la Seconda guerra mondiale e come promotore del socialismo declinato secondo i principi della “autogestione” (ma sovvenzionata da robusti prestiti finanziari statunitensi), Tito era immune da qualsiasi riferimento ai crimini che commise per consolidare la presa del potere nella Jugoslavia dell’immediato dopoguerra. Oggi che si è fatta chiarezza sulle sue colpe e non sussistono motivazioni di realpolitik tali da soprassedere, tale onorificenza stride con le sue responsabilità nei confronti delle tragedie che hanno colpito (non solo) i nostri connazionali del confine orientale, tuttavia il regolamento che presiede al conferimento ed alla revoca non prevede che possa venire ritirata post mortem.
Ecco perchè il Vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri ha presentato già ad ottobre scorso nell’aula di Palazzo Madama il seguente Disegno di legge finalizzato a modificare tale regolamento. [LS]
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Disegno di legge di iniziativa del senatore Maurizio Gasparri, comunicato alla presidenza del Senato della Repubblica il 21 ottobre 2022:
Modifica alla legge 3 marzo 1951, n. 178 in materia di revoca delle onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica italiana.
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Onorevoli Senatori,
il sistema oggi vigente relativo all’attribuzione e al mantenimento delle onorificenze conferite su proposta del Governo italiano non prevede in alcun modo che queste possano essere revocate in caso di morte. Così, qualora ad una persona designata di una qualsivoglia onorificenza vengano attribuiti reati o attività di assoluta gravità, questi manterrebbe, qualora fosse morto, il privilegio ottenuto all’insaputa della eventuale condotta indegna.
Per questo motivo, come più volte richiesto anche dalla opinione pubblica a fronte di onorificenze attribuite ai Capi di Stato che si sono macchiati di violenze su altri popoli ed etnie, il presente disegno di legge prevede all’articolo 1 la possibilità per lo Stato italiano di revocare tale riconoscimento qualora emergano elementi che ne rilevino l’inadeguatezza per crimini contro l’umanità o gravi reati.
L’articolo 2 demanda al governo l’adozione di un regolamento per la modifica del decreto del Presidente della Repubblica 13 maggio 1952, n.458, in conformità alle disposizioni introdotte dalla presente legge.
DISEGNO DI LEGGE
Art. 1
1. All’articolo 5 della legge 3 marzo 1951, n. 178, dopo le parole «se ne renda indegno» sono inserite le seguenti: «e, in caso di morte, qualora emergano elementi che ne rilevino l’inadeguatezza»
Art. 2
1. Il Governo, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, adotta, ai sensi dell’articolo 17, comma 1, lettera b), della legge 23 agosto 1988, n. 400, un regolamento per la modifica del decreto del Presidente della Repubblica 13 maggio 1952, n. 458, in conformità alle disposizioni introdotte dalla presente legge.