Giorgia Meloni ha incontrato i vertici della Comunità Nazionale Italiana in Croazia

La creazione di un tavolo tecnico sull’attuazione dell’Accordo italo-croato sulle minoranze nazionali non è una chimera. Della questione si è parlato oggi a Zagabria, dove la presidente del Consiglio dei ministri italiana, Giorgia Meloni, ha incontrato prima il premier croato, Andrej Plenković, poi il presidente del Sabor, Gordan Jandroković, e infine i rappresentanti della CNI: il vicepresidente del Sabor e deputato della CNI al Parlamento croato, Furio Radin (partecipe a tutti e tre gli appuntamenti), il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, e Paolo Demarin, presidente dell’Assemblea dell’associazione apicale unitaria degli Italiani in Croazia e Slovenia.

Nel corso di quest’ultimo incontro Meloni è stata invitata a incontrare i connazionali in Istria. Un invito, che stando a quanto affermato da Radin, Tremul, Corva e Demarin la Meloni ha apprezzato. Nel corso della conferenza stampa svolta dalla Meloni prima della ripartenza per Roma, la premier italiana ha fatto riferimento al suo possibile coinvolgimento al Coordinamento interministeriale Italia-Croazia e al Business forum italo-croato in programma a febbraio a Zagabria.

Durante l’incontro tra Giorgia Meloni e i rappresentanti della CNI, svoltosi all’hotel Westin (alla riunione ha partecipato anche l’ambasciatore italiano a Zagabria, Pierfrancesco Sacco, che ha affiancato la premier anche durante le precedenti riunioni), si è discusso di un ampio ventaglio di argomenti, con Radin, Tremul, Corva e Demarin che hanno ribadito alla premier e ai suoi collaboratori l’auspicio che l’Italia vari una legge d’attenzione permanente a sostegno della nostra Comunità nazionale.

Le dichiarazioni

“Ho trovato una realtà molto operativa, che fa diverse cose”, ha dichiarato Giorgia Meloni in seguito all’incontro con la delegazione della CNI. “Mi hanno formulato l’invito – ha proseguito la premier – a recarmi quanto prima in Istria. Sarebbe sicuramente una cosa molto bella e molto interessante”. “Abbiamo parlato – ancora la capo del governo – questa mattina con il premier Andrej Plenković del Trattato sulla tutela delle minoranze che credo meriti a questo punto anche un tavolo tecnico di verifica sullo stato dell’attuazione dell’accordo. Bisogna capire se va implemento e come difendere sia la minoranza italiana in questi territori sia la minoranza croata che c’è in Italia. Sono sicuramente Comunità che aiutano a costruire ponti. Ma sono anche Comunità che difendono un’identità. Nel caso specifico il lavoro che queste realtà e queste Comunità hanno svolto sia in Croazia sia in Slovenia in questi decenni è stato ed è per noi preziosissimo”. “Una grande occasione è offerta dal 2025 quando Nova Gorica e Gorizia saranno entrambe Capitali europee della cultura. Credo che si possano organizzare delle iniziative in comune molto carine”, ha detto Giorgia Meloni, confermando d’essersi assunta con il suo omologo sloveno Robert Golob (incontrato a Roma il 14 novembre, nda) l’impegno di essere partecipe all’evento. “Prima o poi riuscirò a fare tutte queste cose”, ha puntualizzato la Meloni col sorriso sulle labbra.

Cultura e identità

Il vicepresidente del Sabor e deputato della CNI al Parlamento di Zagabria, Furio Radin, ha chiarito che è stata proprio la premier Meloni a proporre la creazione del tavolo tecnico sull’attuazione del Trattato italo-croato sulla tutela delle minoranze nazionali del 1996. “L’ho ringraziata moltissimo per aver rispolverato questo accordo del quale fino adesso abbiamo parlato sempre soltanto noi e finalmente si muovono gli Stati”, ha detto Radin, aggiungendo che la presidente del Consiglio ha definito la CNI “un collante, un fattore in più che fa andare d’accordo gli Stati”. “Curiamo e tuteliamo la nostra identità, la nostra cultura e la nostra lingua che costituiscono una delle identità, delle culture e delle lingue del nostro territorio. In Istria più del 50 p.c. della popolazione comunica in italiano anche se noi siamo molti di meno. Anche in altre aree dove ciò avviene di meno la cultura italiana è molto presente. Pensiamo d’aver fatto qualcosa perché rimanga presente. Cultura vuole dire identità e dunque rimanendo italiani noi manteniamo anche l’italianità di questi territori”, ha affermato Radin, sostenendo che anche in questo modo si contribuisce a fare andare d’accordo gli Stati. “Dopo la fine dell’incontro con il premier Plenković, mentre stavamo attraversando la piazza che separa il palazzo del governo da quello del Sabor l’ho invitata a venirci a trovare in Istria e ha accettato subito. Questo per me e per noi è molto gratificante. Penso che sarà accolta con molto calore”, ha concluso Radin.

Il cuore dell’Italia

“Quello di oggi è stato un incontro di grande cuore. Ho ringraziato la premier Meloni perché ho sentito per il suo tramite che il cuore dell’Italia batte per la CNI, che c’è una grande volontà di esserci vicini e che nei nostri confronti si sta sviluppando una grande empatia”, ha dichiarato Tremul, sostenendo che Giorgia Meloni ha dimostrato di essere “molto preparata sulle questioni che volevamo affrontare”.
“Abbiamo parlato della grande collaborazione con il mondo degli esuli. Stiamo portando aventi dei progetti molto significativi. Abbiamo parlato anche di progetti europei, di Gorizia – Nova Gorica CEC 2025, di come noi come Unione Italiana, attraverso Capodistria possiamo includerci direttamente anche nella veste di partner, delle attività culturali che stiamo portando avanti e dell’importanza che ci sia questo grande sostegno politico dell’Italia che ci consenta di implementare il Trattato italo-corato”, ha detto Tremul, chiarendo che alla presidente del Consiglio è stata illustrata anche la questione dei finanziamenti stabili in grado di fornire certezze sia alla CNI che alla diaspora. “Abbiamo parlato anche dell’unitarietà (della CNI) che si esplica attraverso l’UI che ha due bracci operativi, uno a Fiume e l’altro a Capodistria, che ha un’unica dirigenza eletta democraticamente e che partecipa alla gestione e utilizza questi due strumenti in maniera intelligente e funzionale sul territorio e che rappresenta quindi gli italiani in Slovenia e Croazia, insieme, anche verso l’Italia”, ha rilevato il presidente dell’UI. Ha ricordato che il “tavolo tecnico è un richiesta nostra antica che finalmente viene accolta. Ci ha invitato a presentare un dossier che poi potrà essere presentare a questo tavolo, forse già alla fine di febbraio”.

Estendere il bilinguismo

“Il tavolo – ha detto a sua volta Marin Corva – testimonia la volontà degli Stati di collaborare per verificare l’attuazione dell’Accordo bilaterale sottoscritto tra l’Italia e la Croazia sulla tutela delle minoranze nazionali. L’intenzione è di vedere cosa è stato fatto e come si può migliorare quanto viene fatto. Siamo consci che il bilinguismo non è attuato su tutto il territorio d’insediamento storico. Bisogna, in effetti, portare anche in altre zone – Fiume, il Quarnero e anche la Dalmazia – le condizioni che abbiamo in Istria”. Il presidente della Giunta UI, ha detto di augurarsi che anche l’organizzazione apicale della CNI sia invitata a sedersi al tavolo. “Ci rimettiamo nelle mani della diplomazia. Credo che sia indispensabile la presenza dell’UI se si vuole affrontare l’argomento nel dettaglio. C’è la garanzia che questo organo verrà creato. Noi ovviamente siamo disponibilissimi a partecipare, anche nel contesto di quello che è la nostra esperienza, affiancati ovviamente dall’On. Radin che in questo contesto è una figura che ha sempre seguito le questioni della CNI”, ha puntualizzato Corva.

La legge d’interesse permanente

“Possiamo ritornare a casa soddisfatti di due punti fondamentali: il tavolo tecnico e l’incontro con i connazionali in Istria, dove avremmo modo di approfondire ulteriormente tutte queste questioni e dare alle medesime vera operatività”, ha dichiarato il presidente dell’Assemblea dell’UI, Paolo Demarin. “Abbiamo parlato molto – ha proseguito – delle leggi 73 e 72, con quest’ultima che riguarda il mondo degli esuli sollecitando un nuovo quadro normativo per iniziare a parlare di una legge d’interesse permanente tanto auspicata dalla CNI”.

Krsto Babić
Fonte: La Voce del Popolo – 17/11/2023

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