Ecco il testo integrale del messaggio in occasione del Giorno del Ricordo inviato dal presidente delle Associazioni Giuliani nel Mondo Dario Locchi a tutti i circoli giuliani sparsi nei 5 continenti.
“Carissimi Amici,
La Giornata del Ricordo ha il fine di sollevare il velo del silenzio dalla tragedia delle foibe e di riconoscere senza ambiguità il torto orribile che fu compiuto ai danni delle popolazioni istriane, fiumane e dalmate costrette all'Esodo.
Occorre, dunque, approfondire in modo organico e ricomporre secondo verità, con completezza e con rigore scientifico, questa pagina della storia d’Italia, certamente drammatica, e se si vuole scomoda e troppo a lungo rimossa, ma sicuramente significativa per la rilevanza del fenomeno e per l’elevatissimo numero delle persone coinvolte.
Le vicende dell’emigrazione da Trieste e dalla Venezia Giulia negli anni Cinquanta, così come le vicende dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati, che si sono prolungate e proiettate in altri lontani Continenti, sono, infatti, una pagina di storia, della storia italiana, che non solo non deve essere dimenticata, ma che deve essere innanzitutto conosciuta, e poi iscritta durevolmente nella memoria collettiva nazionale.
Pagine di storia che debbono essere inserite nei testi scolastici ed insegnate nelle nostre scuole, fatte conoscere ed adeguatamente ricordate alla pubblica opinione, e specialmente alle nuove generazioni, in Italia come nei Paesi di emigrazione.
Tutto ciò rappresenta, a ben guardare, un diritto per i nostri emigranti ed un dovere morale da compiere prima che sia troppo tardi.
Ma la memoria, anche se sempre più largamente condivisa, da sola non basta.
Bisogna chiudere i problemi tuttora aperti, dopo 60 anni.
Mi riferisco all’annoso problema degli indennizzi e allo spinoso problema dei beni abbandonati degli esuli.
Ma, per superare questi contenziosi ho l’impressione che manchi una precondizione, che, purtroppo, non si è ancora verificata.
Credo, cioè, che come l’Italia ha fatto ripetutamente ammenda per gli errori compiuti dal fascismo, primo fra tutti la guerra, pagata a caro prezzo con le terre cedute alla Jugoslavia, così mi pare che i tempi siano ormai maturi perché gli Stati sorti dalla dissoluzione della Jugoslavia di Tito, i quali o sono già entrati o si accingono ad entrare a fare parte dell’Europa, riconoscano e facciano pubblica ammenda degli errori e dei crimini compiuti dal comunismo e dal nazionalismo jugoslavo.
Solo così, a mio parere, si potranno finalmente rimarginare le ferite e giungere ad una vera pacificazione di queste terre martoriate, premessa indispensabile per una definitiva soluzione dei contenziosi ancora aperti, e per proficui rapporti di cooperazione fra i nostri Paesi nella nuova Europa.
Grazie.”
Dario Locchi Presidente Associazioni Giuliani nel Mondo – Trieste
“Carissimi Amici,
La Giornata del Ricordo ha il fine di sollevare il velo del silenzio dalla tragedia delle foibe e di riconoscere senza ambiguità il torto orribile che fu compiuto ai danni delle popolazioni istriane, fiumane e dalmate costrette all'Esodo.
Occorre, dunque, approfondire in modo organico e ricomporre secondo verità, con completezza e con rigore scientifico, questa pagina della storia d’Italia, certamente drammatica, e se si vuole scomoda e troppo a lungo rimossa, ma sicuramente significativa per la rilevanza del fenomeno e per l’elevatissimo numero delle persone coinvolte.
Le vicende dell’emigrazione da Trieste e dalla Venezia Giulia negli anni Cinquanta, così come le vicende dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati, che si sono prolungate e proiettate in altri lontani Continenti, sono, infatti, una pagina di storia, della storia italiana, che non solo non deve essere dimenticata, ma che deve essere innanzitutto conosciuta, e poi iscritta durevolmente nella memoria collettiva nazionale.
Pagine di storia che debbono essere inserite nei testi scolastici ed insegnate nelle nostre scuole, fatte conoscere ed adeguatamente ricordate alla pubblica opinione, e specialmente alle nuove generazioni, in Italia come nei Paesi di emigrazione.
Tutto ciò rappresenta, a ben guardare, un diritto per i nostri emigranti ed un dovere morale da compiere prima che sia troppo tardi.
Ma la memoria, anche se sempre più largamente condivisa, da sola non basta.
Bisogna chiudere i problemi tuttora aperti, dopo 60 anni.
Mi riferisco all’annoso problema degli indennizzi e allo spinoso problema dei beni abbandonati degli esuli.
Ma, per superare questi contenziosi ho l’impressione che manchi una precondizione, che, purtroppo, non si è ancora verificata.
Credo, cioè, che come l’Italia ha fatto ripetutamente ammenda per gli errori compiuti dal fascismo, primo fra tutti la guerra, pagata a caro prezzo con le terre cedute alla Jugoslavia, così mi pare che i tempi siano ormai maturi perché gli Stati sorti dalla dissoluzione della Jugoslavia di Tito, i quali o sono già entrati o si accingono ad entrare a fare parte dell’Europa, riconoscano e facciano pubblica ammenda degli errori e dei crimini compiuti dal comunismo e dal nazionalismo jugoslavo.
Solo così, a mio parere, si potranno finalmente rimarginare le ferite e giungere ad una vera pacificazione di queste terre martoriate, premessa indispensabile per una definitiva soluzione dei contenziosi ancora aperti, e per proficui rapporti di cooperazione fra i nostri Paesi nella nuova Europa.
Grazie.”
Dario Locchi Presidente Associazioni Giuliani nel Mondo – Trieste