COMUNICATO DELLA PRESIDENZA NAZIONALE ANVGD
IN OCCASIONE DEL GIORNO DEL RICORDO 2013
Ricorre il 10 Febbraio il Giorno del Ricordo delle Foibe e dell’esodo degli italiani dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia, che il trattato di pace del 1947 assegnò alla Jugoslavia di Tito: approvata dal Parlamento italiano con voto pressoché unanime, la Legge 30 marzo 2004 n. 92, istitutiva del Giorno del Ricordo, ha sancito il formale riconoscimento di quei devastanti eventi che videro la popolazione italiana autoctona dell’Istria, Fiume e Zara costretta all’esilio in Patria e all’abbandono dei propri beni acquisiti in generazioni di pacifica permanenza nella loro Terra. Grande parte di quei profughi conobbe precaria e indecorosa sistemazione in oltre 109 campi profughi nelle diverse regioni, protrattasi anche per lunghi anni, e furono loro per primi ad avere prelevate le impronte digitali (circolare Ministero dell’Interno 15 maggio 1949 n. 224/17437) per il loro riconoscimento e la schedatura.
Dal dopoguerra le comunità giuliano-dalmate ricostituitesi con orgogliosa determinazione pur nel difficile contesto economico di quel tempo e spesso nell’indifferenza se non nella preconcetta ostilità di tanti ambienti, hanno contribuito fattivamente alla ricostruzione del Paese con il senso civico e la laboriosità innati loro sempre riconosciuti.
È doveroso che la Nazione ricordi gli eventi che nel Novecento colpirono una intera regione storicamente e culturalmente legata alla civiltà italiana con la quale ha condiviso nei secoli vicende, lingua, arte, costumi, destini, e che ha dato un significativo apporto al processo di unità nazionale con la precoce adesione al Risorgimento delle sue più significative personalità politiche e intellettuali, da Niccolò Tommaseo ai garibaldini dalmati nella spedizione dei Mille, ai volontari giuliani accorsi alla difesa della Repubblica Romana.
Nella cornice europea che va estendendosi ad Est per accogliere Paesi e collettività di diversa tradizione statuale e politica, alla presenza e al ruolo dell’italianità adriatica deve essere restituita l’evidenza e la funzione che decenni di silenzio hanno colpevolmente negato per pregiudiziali ideologiche e opportunità internazionali, non solo in Patria ma anche in quegli Stati sorti dalle ceneri della ex Jugoslavia. Il dato storico della presenza italiana in quei territori – che ne ha determinato incontestabilmente il volto civile e l’appartenenza alla cultura occidentale – deve essere riconosciuto dagli Stati che oggi hanno l’onere di conservarne il grande e plurisecolare patrimonio.
Il Giorno del Ricordo non si esaurisce con il pur doveroso, essenziale omaggio alle vittime dell’intolleranza etnica, ma vuole richiamare tutti – opinione pubblica e istituzioni nazionali e internazionali – a riconoscere l’antica e fondamentale presenza italiana nell’Adriatico orientale.
Una presenza che, grazie alla testimonianza fiera e tenace delle nostre comunità in Italia, ancora oggi è viva, a dimostrazione di una storia che continua nonostante la follia dell’odio, nei Paesi della sponda orientale dell’Adriatico che faticano ancora ad ammettere lo splendore di una civiltà sorta nei territori da essi amministrati, in evidente contrasto con lo spirito europeo che ne dovrebbe ormai animare gli orientamenti e le linee guida per una moderna società.
Dr. Antonio Ballarin
Presidente nazionale ANVGD