Martedì 4 aprile si è riunito il Consiglio del Municipio VII di Roma Capitale, presso la Sala Consiliare nel quartiere Cinecittà per l’esame dei seguenti argomenti iscritti all’ordine del giorno:
1-Mozione avente ad oggetto: Giorno del Ricordo (presentata dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia);
2-Mozione avente ad oggetto: Ricorrenza del Giorno del Ricordo (presentata dal gruppo del Partito Democratico per la maggioranza consiliare).
Non essendo stato possibile addivenire ad un testo condiviso che dettasse le linee per le celebrazioni del Giorno del Ricordo negli anni futuri sul territorio di competenza dell’ente decentrato, è stata indetta tale seduta con il coinvolgimento di alcuni esperti.
Sono stati perciò invitati alla Seduta
lo storico e collaboratore dell’Archivio del Senato Davide Conti, la Prof.ssa Donatella Schürzel in veste di vice presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e di Storica dell’Europa, l’Onorevole Roberto Morassut (PD), il Senatore Marco Scurria (FdI) e la Dott.ssa Giuseppina Mellace.
I lavori si sono aperti con l’intervento di Conti, il quale ha esposto un’analisi di storia della frontiera adriatica imperniata su approcci e valutazioni ormai superati dalla storiografia più recente. La professoressa Schürzel ha quindi facilmente smontato i vari punti dell’intervento, con particolare riferimento alla giustificazione delle foibe come reazione alle politiche slavofobe del fascismo, facendo osservare che furono le autorità austro-ungariche nella fase finale dell’impero asburgico a contrapporre agli italiani separatisti i lealisti sloveni e croati: una politica del divide et impera che avrebbe fomentato gli opposti nazionalismi. È stata quindi segnalata la mancanza di vera conoscenza storica, sottolineando che «i fatti gravissimi attribuibili al fascismo nel 1941 e nei mesi successivi di occupazione della Jugoslavia sono avvenuti in tempi di guerra, mentre gli eccidi delle foibe hanno avuto luogo dapprima dopo l’8 Settembre, quando ormai dopo l’Armistizio l’Italia si era arresa, e successivamente al termine delle ostilità nella primavera 1945» . La Presidente del Comitato provinciale di Roma dell’Anvgd ha anche sottolineato che molti sono stati i morti nelle foibe non di nazionalità italiana, ma slava in genere, vittime dell’apparato repressivo della nascente dittatura comunista jugoslava:« istriani, fiumani e dalmati di tutte le etnie passarono dal nazifascismo al comunismo, sperimentando in maniera luttuosa entrambi i totalitarismi»
Ha preso poi la parola l’On. Morassut, il quale ha rilevato la necessità che il Giorno del Ricordo sia una ricorrenza civile sempre più condivisa da parte di tutta la comunità nazionale. Il Senatore Scurria ha quindi ripercorso il faticoso iter con il quale la vicenda delle foibe e dell’esodo è passata attraverso gli anni Novanta dall’oblio all’istituzione del Giorno del Ricordo con la Legge 92 del 30 marzo 2004.
Infine, la Dott.ssa Giuseppina Mellace, con riferimento alle sue ricerche nell’ambito della storia di genere, ha evidenziato quanto le persecuzioni dei partigiani comunisti jugoslavi di Tito abbiano colpito pure le donne e le ragazze, non solo con l’eliminazione fisica, ma anche nazionalizzando le loro attività artigianali ed imprenditoriali. In questo clima di terrore la scelta dell’esodo fu necessaria per salvaguardare la propria vita, essere liberi e conservare l’identità nazionale al di fuori dei vincoli e delle limitazioni del regime titoista.
Sono state dunque lette le due proposte di mozione dalla Consigliera Cristina De Simone di FdI e dal Capogruppo del PD Marco Poli. Al termine di questi interventi, lo stesso capogruppo del PD ha sentitamente ringraziato tutti gli ospiti che, a detta anche degli altri presenti, hanno offerto all’intero consiglio una panoramica ampia e documentata sulla storia del confine orientale italiano, ed ha espresso chiaramente la richiesta al Presidente del Municipio di una breve interruzione per fare il punto della situazione.
Al termine della seduta la mozione del PD è stata quindi ritirata, votando e impegnandosi tutti, maggioranza e opposizione, la quale con la Consigliera De Simone aveva sollevato la questione, a realizzare per il prossimo Giorno del Ricordo una serie di iniziative culturali soprattutto in ambito scolastico.
«Con il nostro intervento – ha commentato la professoressa Schürzel – abbiamo potuto non solo smontare le tesi giustificazioniste che Conti porta avanti restando ancorato a letture ed interpretazioni ormai obsolete, ma anche contribuire al confronto civile e democratico tra le componenti del Consiglio che hanno alla fine condiviso una posizione comune. Abbiamo così dimostrato che parlare di Giorno del Ricordo non è divisivo, anzi, costituisce un punto di riferimento condiviso in quanto pagina di storia nazionale»
Lorenzo Salimbeni