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Giovani italiani, sloveni e croati studiano il territorio (ilfriuli.it 08 ott)

La nave “Marina”, ormeggiata a Lussino, ha ospitato il laboratorio di progettazione organizzato dall’associazione PDF8, in collaborazione con la facoltà Architettura dell’Università di Trieste.

L’associazione PDF8, nata autonomamente da parte di alcuni studenti della facoltà di Trieste,  ha come obiettivo quello di promuovere in modo autonomo da parte degli studenti di varie nazionalità (in particolare, croata, italiana, slovena) della facoltà, attività  di progettazione sul territorio della regione transfrontailiera adriatica, coinvolgendo in uno spirito di collaborazione e apertura all’interscambio culturale, le comunità e le istituzioni locali su progetti tematici.

La facoltà di Architettura di Trieste è, in Italia, quella con la più elevata percentuale di studenti stranieri, provenienti  in particolare da Croazia e Slovenia e sta puntando ad una maggiore apertura internazionale sia nella docenza, sia nell’attrazione di studenti.

Il laboratorio di Lussino ha indagato le possibili espansioni dell’insediamento residenziale a Lussinpiccolo, nelle aree di Kalvaria e di Jamina, a partire da una attenta indagine del piano regolatore vigente e della situazione del mercato immobiliare. Specifica attenzione è stata data alle possibilità di realizzare complessi di edilizia convenzionata (piano POS) da finanziarsi con progetti in partnership pubblico privata.

La finalità dell’esercizio progettuale è stata quella di ragionare su modelli più avanzati per guidare lo sviluppo immobiliare futuro, ponendo principi e regole capaci di tutelare l’uso del suolo, l’immagine del territorio, evitando crescite disordinate e prive di una strategia di strutturazione della rete urbana.

L’idea sperimentale che ha guidato il progetto è quella di costruire una fascia verde attorno all’attuale limite della città, in modo da fissarne i limiti e un perimetro certo di espansione, permettendo tuttavia vie di penetrazione coerenti verso il tessuto urbano esistente arricchendo il tessuto di altre possibili funzionalità (aree di gioco, attrezzature, servizi e aree di incontro per giovani e anziani). In modo diverso, i vari progetti hanno immaginato possibili forme di edificazione capaci di riservare spazi di qualità ad uso privato (giardini e terrazze) e semicollettivo (parcheggi e servizi).

L’attento lavoro di analisi ha evidenziato alcuni margini di perfettibilità dell’attuale piano regolatore, che appare debole nel difendere davvero il suolo (nonostante i bassi di indici di edificabilità) in quanto favorisce interventi isolati e piccoli, difficilmente controllabili e incapaci di generare standard sufficienti (infrastrutture, servizi, qualità dello spazio e dello skyline). Esempi tratti da altre esperienze, studiati durante il laboratorio, dimostrano che anche con indici di copertura più elevati (ma su superfici più ridotte) si possono ottenere eccellenti risultati

Il risultato finale del laboratorio è stato presentato a bordo della nave Marina dai responsabili, dell’associazione PDF8, Igor Kuseta e Adriano Riosa, assieme al delegato della facoltà triestina nell’associazione, Vittorio Torbianelli, docente di economia, e Giovanni Damiani. Al laboratorio ha dato il proprio contributo anche Alessandra Marin, esperta di urbanistica.

Per informazioni:
associazione.pdf8@gmail.com

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