Sala della Comunità locale di Santa Lucia gremita per il dibattito riguardo la modalità e la forma di ripristino dell’antico toponimo di questa località. A esprimersi gli appartenenti alla minoranza che si sono confrontati sulle scelte da fare. 17 si sono detti a favore della forma Santa Lucia-Lucija; 14 per Santa Lucia- Sveta Lucija ed uno per entrambe le forme. Nessuno dei presenti ha votato a favore del mantenimento della forma Lucia-Lucija.
Un incontro, quello che si è tenuto questo mercoledì alla Comunità locale di Santa Lucia, con il quale la Can piranese ha inteso dialogare con la base per capire come procedere per riuscire a reintrodurre il nome Santa Lucia.
A confrontarsi con il pubblico i tre consiglieri comunali della minoranza che hanno spiegato la loro posizione e anche come si è arrivati all’attuale situazione, che vede sul tavolo la proposta di indire un referendum sul cambio di nome. “Noi abbiamo solo chiesto l’avvio dell’iter per il ripristino del nome e non un referendum”, ha spiegato la vicesindaco Manuela Rojec. Nadia Zigante ha detto che il “referendum è la cosa peggiore che possa capitare alla comunità nazionale”, aggiungendo che secondo lei la “cosa è stata ulteriormente complicata con la proposta giunta in un secondo momento di cambiare solo il toponimo in italiano”; forma che la vede contraria. Andrea Bartole ha ribadito che i tre consiglieri della minoranza hanno domandato solo l’avvio dell’iter di adeguamento, che avrebbe previsto un dibattito pubblico per poi decidere in consiglio comunale. Ora invece, come dimostra questo incontro, è diventato necessario confrontarsi con la base per capire se puntare sul cambio del nome in entrambe le lingue o solo nella versione in italiano.
Per il deputato al seggio specifico Felice Žiža a questo punto i piranesi dovrebbero portare avanti la proposta per la versione italiana e lasciare agli sloveni il referendum per introdurre il nome Sveta Lucija. Žiža, nel caso si arrivi al cambio di nome, ha dichiarato che si impegnerà per vedere se esiste la possibilità di fare una deroga per quanto riguarda il cambio dei documenti.
Onelio Bernetič ha definito la proposta fatta “un suicidio”, poichè secondo lui era chiaro che non sarebbe mai passata in consiglio comunale. Cosa che è stata contestata da Kristijan Cerovac e da Kristjan Knez, che ha dichiarato tra l’altro che secondo lui le “forme ibride lasciano il tempo che trovano”.
Molti dei presenti hanno detto di essere dispiaciuti di come sono andate le cose, di non capire le resistenze che esistono in una parte consistente della maggioranza e di essere preoccupati per un referendum che potrebbe dividere la popolazione. Come divisa è sembrata essere anche la comunità tra coloro che difendono il cambio in toto e quelli che credono che sebbene non sia l’ideale sarebbe già qualcosa portare a casa il nome in italiano.
E proprio per capire l’umore del pubblico in sala è stato diffuso un sondaggio anonimo nel quale si chiedeva di scegliere tra le tre forme previste per il nome di questa località. 17 sono stati i voti a favore di Santa Lucia-Lucija, 14 quelli per Santa Lucia- Sveta Lucija e uno per entrambe le varianti. Nessuno invece si è detto favorevole all’attuale nome Lucia- Lucija.
Non resta che attendere la prossima mossa dei consiglieri piranesi che saranno probabilmenti chiamati ad esprimersi su questo tema il prossimo 7 luglio, quando nell’ordine del giorno del Consiglio comunale è previsto anche il punto relativo all’indizione di un referendum per il cambio di nome di questa località. Si tratterà, anche, di capire se l’apertura arrivata qualche settimana fa da parte di alcuni attori politici sulla variante “ibrida” possa essere ancora percorribile, senza bisogno di farla diventare una questione referendaria.
Barbara Costamagna
Fonte: Radio Capodistria – 22/06/2022