Il 6 luglio numerosi esuli in Canada e soprattutto quelli che vivono nelle città dell'Ontario (London, Windsor, Sarnia, Toronto), hanno partecipato tradizionalmente al picnic annuale organizzato dalla Lega Istriana di Chatham nella baia di Mitchell's Bay, giunto ormai alla sua ventesima edizione. Come abbiamo saputo da Mario Lorenzutti, i tanti convenuti hanno trascorso una bella giornata in amichevole compagnia.
“Anche questa volta la nostra gente è intervenuta a questo tradizionale appuntamento numerosa, anche con la partecipazione di tanti giovani, nipoti e pronipoti, che fanno ben sperare per il futuro“ – scrive Lorenzutti dal Canada.
Tutto è stato organizzato a puntino e con il solito grande entusiasmo che caratterizza istriani, fiumani e dalmati. Ed è stata naturalmente una giornata ricchissima di emozioni, soprattutto per i più anziani, caratterizzata da tantissimi ricordi che hanno un posto particolare nel cuore di tutti. Naturalmente il pensiero è andato anche a coloro che purtroppo sono scomparsi.
“Se ga magnà in compagnia, tra tante ciacole e ricordi – dice Lorenzutti – con i bambini che si rincorrevano tra i tavoli ed il parco, divertendosi un mondo. Si è parlato anche del prossimo viaggio che faremo tra qualche settimana a Halifax, per visitare in modo particolare il Pier 21 o Molo 21, ora museo nazionale, dove approdò la nostra gente e gli emigranti in genere che arrivavano in questo grande paese per ricominciare un nuova vita e dove sarà posta una targa ricordo in memoria della nostra gente. Speriamo di essere numerosi, come sempre“ – conclude Lorenzutti“.
Tra il 1928 e il 1971 il Pier 21 di Halifax, oggi museo nazionale dell'immigrazione, era per molti nuovi canadesi e tra costoro anche per tantissimi italiani, la porta d'ingresso in Canada. E da venerdì 17 a domenica 19 luglio la Federazione Giuliano Dalmata Canadese organizzerà proprio qui il tradizionale Raduno. Parteciperanno al grande evento gli attivisti del Club di Vancouver, della Lega di Chatham, del Club di Ottawa, di quello di Montreal e di quello di Toronto.
“Organizziamo questo Raduno a Halifax per ricordare il giorno in cui arrivammo in Canada. E fu proprio al Pier 21 che la maggioranza di noi fece i primi passi in terra canadese dopo un lungo viaggio in mare” – rileva a proposito il segretario della FGDC, Guido Braini.
Il Programma del grande incontro nella bella città atlantica della Nuova Scozia prevede per venerdì 17 luglio l’arrivo dei partecipanti al Westin Hotel. Il giorno dopo, alle ore 10:00 tutti faranno visita al museo degli emigranti “Pier 21” dove si terrà pure una cerimonia ufficiale che prevede l’intervento di vari relatori. Quindi sarà posta una targa in ricordo dell’arrivo in Canada dei tanti esuli giuliano dalmati oggi sparsi un po’ ovunque nelle varie parti di questo immenso Paese. La sera sarà organizzata una cena di gala che chiuderà il Raduno. Domenica in mattinata è prevista una riunione del Comitato direttivo della FGDC nel corso della quale si farà un bilancio del Raduno e si discuterà delle attività future.
RICORDI
11 settembre 1951 – sbarco al Pier 2. Il Pier 21 (o molo 21) era un magazzino di mattoni sul lungomare di Halifax. Entrarci poteva essere una triste esperienza tranne per il fatto che costituiva l'inizio di un futuro più luminoso per il milione e mezzo di immigranti che tra il 1928 e il 1971 sbarcarono a questo molo. L'edificio fu chiuso nel 1971 poiché un numero sempre maggiore d'immigranti non arrivava più per via mare ma in aereo. Dopo anni di abbandono, il Pier 21 adesso diverrà qualcosa di più di un magazzino vuoto, abitato da fantasmi. Grazie alla "Pier 21 Society," che è ora impegnata in una campagna nazionale di raccolta fondi, nel 2002 si realizzerà il sogno che i cittadini di Halifax hanno cullato già da molti anni, e cioè quello di erigere un monumento eterno, un monumento vivente, a coloro che hanno fatto i loro primi passi in Canada sbarcando appunto a questo molo.
La metà della somma di nove milioni necessaria per il restauro del molo è stata fornita dal governo federale canadese, da quello provinciale della Nova Scotia, e da quello comunale di Halifax. Il resto dei fondi verrà erogato (si spera) da aziende e cittadini in sedi private. Oltre a diventare un'attrazione turistica sul modello dell'Isola Ellis di New York, il Pier 21 attirerà molte persone ancora viventi che sbarcarono lì. Sono più che certa che tra queste persone figureranno il Ministro Federale del Lavoro Alfonso Gagliano, nostro compatriota, nonché il giornalista Peter Newman, il quale sbarcò al Pier 21 con i suoi genitori nell'estate del 1940, arrivando – come ha scritto nella sua colonna settimanale della rivista Maclean's – decenne spaventato assieme alla sua famiglia per sfuggire all'occupazione nazista dell'Austria e della Cecoslovacchia.
Penso che tutti noi abbiamo sentito le stesse emozioni a quello sbarco, emozioni che i Canadesi nati qui forse troveranno difficili a capire. In quel magico momento in cui mettevamo piede a terra in Canada ci rendevamo conto che qualsiasi cosa fosse accaduta, niente sarebbe restato com'era prima. In Europa avevamo lasciato con tanta tristezza al cuore amici, parenti, genitori; all'arrivo in Canada provavamo invece gioia pura, ma anche tanta paura e ansietà. Nel 1952 il dipartimento di Cittadinanza e Immigrazione Canadese decise di agevolare il trasporto di immigrati usando, addirittura, mezzi aerei perché non c'erano più navi sufficienti per accomodare la richiesta di passaggi. E così nacque l'APLS (Assisted Passage Loan Scheme). Oltre a questo il dipartimento fece un accordo con la International Refugee Organization (IRO) tramite la quale tante nostre genti profughe giuliano-dalmate fecero poi il loro ingresso nella terra promessa: il Canada.
Qui inizia la storia dei 1.500 uomini e donne che l'11 settembre 1951 arrivarono al Pier 21 del porto di Halifax dopo una traversata di otto giorni a bordo della motonave "General S, D. Sturgis". E forse questo è il momento giusto per pubblicare un eloquente esempio delle note o biglietti di bordo che un gruppo di questi giovani intitolarono "La Voce dei profughi" e "La Voce del Canada".
"La Voce dei profughi" dice: "Esce quando può e costa molta fatica. Chissà se le persone che scrissero quelle pagine sono ancora vive? Per questo io vorrei adesso riportare per voi ciò che uno di quei giovani, del quale non conosco il nome, scrisse nel suo ultimo bollettino di bordo:
"Con l'arrivo al porto, avrà praticamente termine la missione intrapresa con tanta perizia dell'IRO. Inizierà una nuova vita per l'emigrante, avrà questi la possibilità di ricostruire o di creare finalmente il suo focolare; di lavorare e vivere come umanamente è di diritto dell'uomo. Vada perciò, tramite queste poche righe, unanime il ringraziamento di tutti gli emigranti a questa Organizzazione che in seno alI 'ONU; cerca di risollevare le sorti del mondo. Un saluto voli alla terra vicina, al Canada, che tanto generosamente accoglie tanti profughi che certamente, con tutte le forze e con grande volontà, cercheranno di rendersi degni figli di questa nuova Patria che tanto disinteressatamente li ambisce del titolo di figli."
Non so, e forse non saprò mai, chi fu l'autore di queste brevi ma profonde righe. Forse qualcuno che leggerà il mio articolo, forse uno dei "nostri 1.500", lo sa e me lo comunicherà. Allora avremo l'occasione di dare un volto e un nome a questo nostro fratello o nostra sorella. Forse, e lo voglio sperare, nel 2002 all'apertura ufficiale del Pier 21, noi che siamo rimasti, potremo avere un angolino in seno a questo monumento per mostrare al mondo che esistiamo ancora e che l'angoscia che provavamo per le nostre terre e per le nostre case abbandonate non ci ha mai lasciati. Se Dio vuole qualcuno di noi potrà essere presente alle grandi celebrazioni al Molo 21 e dimostrare al Canada che i suoi nuovi figli, accolti ed abbracciati al seno quel lontano 11 settembre 1951, si son fatti onore e gli sono ancora grati.
Dinora Bongiovanni
Tratto da “El Boletin“, periodico informativo del Club Giuliano-Dalmata di Toronto