LETTERE
A pagina 7 del Piccolo di venerdì 5 novembre, dedicata all’Istria, Fiume e Dalmazia, è pubblicata sotto il titolo «Visita del console Rustico. Rinasce la Comunità degli italiani di Veglia: sono quasi 100» una positiva cronaca sulla visita alla C.I. di Veglia e alla neo presidente Silvana Crstulovich Pavacic da parte del console d’italia a Fiume.
Vi è però un’inesattezza. Si afferma che la comunità sarebbe stata «fondata nel 2003 da Silvio Kosier, ex giornalista del quotidiano Novi List», il che non corrisponde a verità perché detto giornalista, che vantava al tempo di essere ancora titino, aveva fatto di tutto perché non sorgesse la comunità italiana e il gruppo fosse un semplice circolo culturale. A tale proposito posso precisare che Tranquillo Giorgolo già una ventina di anni prima, quando cioè vigeva ancora la Repubblica federativa socialista jugoslava fondata da Tito, organizzava nell’isola con la Comunità latino-veneta degli esuli di Veglia in Italia, la giornata dei veglioti sparsi nel mondo in occasione della festività del 4 giugno, dedicata al patrono San Quirino, durante la quale venivano suonati tutti e due gli inni nazionali e, accanto alla bandiera della federativa, vi era anche la bandiera italiana senza stella rossa (la bandiera dell’Unione degli italiani d’Istria e di Fiume era al tempo il tricolore con stella rossa).
Nel 2002, su pressione della nostra comunità di esuli e dopo un intervento pesante dell’on. Renzo de’ Vidovich che si scontrò pubblicamente con il Kosier, fu deciso che bisognava superare il veto posto da Tito di costituire comunità italiane in Dalmazia (dopo la morte di Tito, infatti, furono costituite su pressione degli esuli italiani di Dalmazia la C.I. di Zara, Spalato, Lesina e Cattaro) e la Fondazione Rustia Traine indisse corsi di lingua e cultura italiana nella capitale dell’isola, insieme alla neonata Comunità di Veglia, fondata dalla presidente Maria Luisa Allievi e dalla segretaria Elda Moric, in cui il Kosier si inserì come croato simpatizzante della comunità.
Marino Maracich, presidente della Comunità latino-veneta di Veglia