Gli uliveti ed i boschi della Serenissima in Istria

Come tutti sanno, l’Istria è una delle località di vacanza meglio conosciuta da turisti italiani e stranieri perché possiede un mare stupendo, città costiere che sono gioielli di storia incastonati nel tempo, ma ormai attrezzate per far vivere al meglio del comfort il visitatore a qualunque livello, nonostante i recenti rincari. Il turismo di massa, fenomeno non sempre gradevole, la fa ormai da padrone, soprattutto nella stagione estiva.

Esiste però anche un’altra dimensione dell’Istria, quella più silenziosa e profonda che rischia di venire  dimenticata. Proprio questa dimensione, meno battuta ma più meditativa  che turistica, ha spinto tre associazioni ad accordarsi per promuovere un itinerario che oggi si potrebbe definire “alternativo”. Il Circolo istro-veneto “Istria” di Trieste, l’Accademia Europeista del Friuli Venezia Giulia di Gorizia e l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Udine hanno infatti percorso insieme, con un  gruppo di 50 partecipanti, un viaggio suggestivo lo scorso 30 settembre 2023.

La strada percorsa, con partenza da Udine e poi avanti via Gorizia e Trieste, convergeva verso l’Istria interna, quella agricola rigogliosa di viti e uliveti e quella boschiva, con insediamenti antichi e, per molti versi, assai singolari. Una storia solo apparentemente minore, ma complessa ed affascinante come lo hanno spiegato, con dovizia di particolari, le tre guide “esperte” di storia istro-veneta che hanno accompagnato la comitiva per una giornata intera. Ecco i loro nomi: Pio Baissero, organizzatore dell’escursione e autore di una pubblicazione proprio sul ruolo della Repubblica di San Marco in Istria (Pio Baissero, “L’oro di Venezia”, Editore Itinera Progetti, Bassano del Grappa – Vi, 2022), Livio Dorigo, storico Presidente onorario del Circolo Istria e autore di un recente libro proprio sull’ambiente agro-pastorale istriano (Livio Dorigo, “Riflessioni sull’Istria, dal Paradiso terrestre alla Fattoria degli animali”, Edizioni del Circolo di Cultura Istro-veneta Istria, 2022) e Franco Colombo, studioso muggesano della storia dell’Istria con una infinità di pubblicazioni e articoli di giornale.

C’erano, inoltre, la Presidente dell’ANVGD di Udine, Bruna Zuccolin, il Presidente del Circolo Istria di Trieste, Ezio Giuricin e il Direttore di “Voce Giuliana”, Antonio Schiavulli che ha intrattenuto i partecipanti con ricordi anche personali legati alla sua vita e all’esodo. A questo proposito si è forse manifestato un comune sentire  da parte di tanti: le dolorose cicatrici riferite alla storia della guerra e del dopoguerra in Istria, cicatrici ancora fresche, si sono quasi assorbite quel giorno, un po’ come la pioggia che svanisce nelle fessure carsiche.

Ha sicuramente giovato la placida visione di quel che resta del Bosco della Val de Montona, uno degli ultimi boschi alluvionali di pianura del Mediterraneo, ha servito l’ariosa venezianità  raccolta nelle case, nelle antiche strade selciate e nelle chiese di Buie o nei cippi in pietra del Consiglio dei Dieci che ancora si possono osservare a Levade. Ha fatto pensare anche la placida foce del Quieto in Adriatico, l’Antenal, dove arrivavano burci, galee e galeoni della “flotta da Mar” della Repubblica di San Marco.

“Sono stati visitati i cippi confinari del bosco di San Marco – ha riferito Bruno Bonetti, vice presidente dell’ANVGD di Udine – Il bosco assicurava alla Serenissima il legno per la costruzione della flotta, per l’edilizia, la carpenteria e il riscaldamento nei mesi invernali”. In riferimento alla visita al fiume Quieto Bonetti ha aggiunto al curatore: “Sotto l’Austria il Quieto si attraversava con il traghetto, come riferito da Gaetano Bencich. Nel ventennio si costruì il primo ponte, distrutto dai partigiani titini nell’ottobre 1943 per rallentare l’operazione ‘Nubifragio’ dei nazisti. Si iniziò l’edificazione del nuovo ponte solo nel 1954, quando la Zona B fu ‘de facto’ acquisita dalla Jugoslavia (anche se ‘de iure’ solo dopo il Trattato di Osimo)”.

Corrado Dussich, vicesindaco di Buie d’Istria e Gaetano Bencich, storico della Valle del Quieto e membro della Comunità degli Italiani di Torre, hanno fatto egregiamente gli onori di casa con varie spiegazioni sui luoghi più significativi che si sono visitati. Val la pena di ricordare, a questo proposito,  che Fulvio Tomizza, nelle pagine del suo libro “Materada”, aveva ben descritto l’incontro assai suggestivo tra terra e mare in questa particolare porzione della penisola istriana: “…dal mare veniva su un po’ di tramontana e portava con sé il profumo della terra appena arata, profumo di terra rossa che non se ne trova un altro eguale”.

Nota del curatore. Nei vicoli del paese di Buie ci sono alcune scritte a grandi caratteri in caratteristico dialetto istro-veneto. Una di queste dice: “A duti ghe perdoni, anca a chi ga fato i moni” (Perdona tutti, anche chi han fatto gli scemi). Si ricorda, tuttavia, che il termine “mona” può essere usato con diverse accezioni, sia in senso volgare per una parte del corpo, che per definire qualcuno “scemo”, “stupido”, o “poco sveglio”.

Autore principale: Pio Baissero. Networking e revisione testi a cura di Sebastiano Pio Zucchiatti e Elio Varutti. Lettori: Bruno Bonetti, Elio Varutti. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Adesioni: ANVGD di Arezzo. Fotografie di Bruno Bonetti, Pio Baissero e da collezioni private citate nell’articolo e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine.  – orario: da lunedì a venerdì  ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vice presidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web:  https://anvgdud.it/

Fonte: ANVGD Udine – 06/10/2023

 

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