Abdulah Sidran:
«Secondo le stime sono passate nell’Isola Nuda dalle 35.000 alle 50.000 persone. Il ministro di polizia Ranković in un congresso del partito ha dichiarato: “Abbiamo arrestato almeno il 60% di persone innocenti”.
Tutti quelli che uscivano da Goli Otok, che venivano rilasciati, dovevano prima firmare due dichiarazioni: che non avrebbero mai nella loro vita detto una sola parola su Goli Otok, che avrebbero collaborato vita natural durante. Chi per sei mesi non contattava i servizi veniva arrestato di nuovo e portato a Goli Otok. Questi che tornavano, li chiamavano i ‘ripetenti’, i ‘replicanti’.
Con le persone sopravvissute a Goli Otok veniva creata la rete dei collaboratori dei servizi. Persone che formalmente facevano gli insegnanti di lettere ma ricevevano dalla polizia i proventi del loro lavoro, che solo collaborando potevano avere una borsa di studio o il diritto di abitare alla casa dello studente, avere un posto di lavoro o… poter pubblicare il primo libro di poesie. Niente era possibile senza la verifica, il benestare, della polizia segreta. Quell’invisibile controllo di cui neanche sapevamo.»
Da Così finisce la Jugoslavia e cambia il mondo,
(www.balcanicaucaso.org 28 agosto 2013)
Una parziale veduta del lager di Goli Otok, oggi (foto www.livno-online.com)