di MAURO MANZIN
TRIESTE Una delle imbarcazioni che trasportava negli anni Cinquanta i prigionieri politici e gli oppositori del regime socialista del maresciallo Josip Broz Tito sull'Isola Calva, luogo dell'unico lager jugoslavo, è stata acquistata dal proprietario di un piccolo cantiere navale sull'isola di Murter in Dalmazia, Marko Basic, ha, infatti, comprato per 10 centesimi di euro la nave ”13. maj” (13 maggio) sulla quale, insieme ad altri cinque battelli, venivano portati in carcere i detenuti politici, in maggioranza quelli rimasti fedeli a Stalin dopo la sua rottura con Tito nel 1948. Basic ha trovato il battello di legno per caso, attraccato in un porticciolo in Dalmazia, in uno stato pessimo, pronto per la rottamazione. Ha deciso di ristrutturarlo e, come ha spiegato, conservarlo per la storia, e forse «un giorno usarlo per trasportare i turisti sull'Isola Calva e anche qualche ex detenuto che vorrà rivivere quegli anni difficili e nefasti». Da anni si discute in Croazia su come valorizzare l'Isola Calva e le sue strutture carcerarie abbandonate, ma finora non si è ancora trovato un investitore privato nè c'è stata un'iniziativa pubblica degna di nota.
L'Isola Calva, così denominata a causa del suo aspetto (è una piccola isola rocciosa battuta dalla bora e quasi priva di vegetazione), è divenuta tristemente famosa nel secondo dopoguerra quale sede di un campo di concentramento della Jugoslavia destinato a ospitare, come dicevamo, gli oppositori al regime di Tito. In particolare, dopo la rottura tra Stalin e Tito del 1948, sull'isola vennero deportati molti dei comunisti, jugoslavi e non, vicini alle posizioni staliniste. Oltre a questi il campo ospitò detenuti politici anticomunisti e criminali comuni. Secondo il saggio di Giacomo Scotti intitolato "Goli Otok – italiani nel Gulag di Tito", il totale dei detenuti politici a Goli Otok può essere stimato in oltre 30.000, dei quali circa 4.000 trovarono la morte per torture o sfinimento. L'isola cessò di essere un campo di "rieducazione politica" nel 1956, ma la colonia penale fu chiusa definitivamente solo nel 1988. Ligio Zanini (1927-1993), poeta di Rovigno, scrisse Martin Muma (1990), un'autobiografia con racconto della sua prigionia nel famigerato campo. Un altro famoso prigioniero del campo fu Vlado Dapcevic.