LETTERE
Le scritte vandaliche apposte con pennarello indelebile sotto la targa della via dedicata a Norma Cossetto e inaugurata domenica 22 febbraio con la presenza delle autorità cittadine e della sorella Licia, mi hanno profondamente turbato.
Esiste ancor oggi, malgrado il passare delle generazioni, chi esprime in modo irriverente le proprie convinzioni non avendo rispetto neppure per i Morti.
Non faccio distinzioni di colore politico.
Tutte queste manifestazioni vanno decisamente condannate come espessioni d'una miseria culturale e morale dell'animo umano.
Accade anche a Trieste ove la proposta di dedicare una via a Mario Granbassi, incontra l'ostilità verbale di alcuni personaggi. Granbassi, lo ricordiamo, fu capocronista del Piccolo negli anni 30. La guerra di Spagna lo trova partecipe da volontario in Catalogna ove cade in combattimento a soli 32 anni. Gli venne conferita la medaglia d'oro alla memoria. Ebbe però il torto d'aver creduto allora in un' idea definita oggi il male assoluto.
Norma Cossetto era giovane, colpe nessuna. La sua orribile fine è conosciuta da tutti.
Norma Cossetto, Mario Granbassi, sono soltanto due fra tanti che non hanno pace, che non possono essere umanamente ricordati, con una via, con una targa senza che ci sia polemica o intolleranza.
Perchè tutto questo ancor oggi suscita odio?
Quando ci sarà rispetto per i Morti almeno, qualsiasi sia stato il loro percorso terreno, e quando pace e serenità tra i viventi?
Quanto tempo dovrà ancora trascorrere prima che queste mete possano essere raggiunte?
Guido Mondolfo, Gorizia